L’argento viene utilizzato per le emissioni monetarie da tempo immemore, risultando essere un materiale eccellente in quanto maggiormente disponibile per la coniatura, come anche testimoniato da diversi esemplari che hanno contraddistinto il nostro paese, come le non famossisime 1000 lire d’argento. Queste sono monete che possono inaspettatamente per qualcuno, far guadagnare cifre anche molto importanti.
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Le lire d’argento coniate che vengono quasi immediatamente in mente sono soprattutte quelle antiche, ossia corrispondenti al periodo durato quasi un secolo in cui è esistito il Regno d’Italia, le leghe d’argento hanno contraddistinto il contesto italiano di molte emissioni dal valore medio alto. Nel corso del 20° secolo con la fine della seconda guerra mondiale quasi tutte le monete italiane del periodo sono state sostituite da quelle repubblicane quasi tutte emesse in leghe meno pregiate rispetto all’argento, che è stato comunque lungamente impiegato per diverse decadi, ed una delle monete italiane dello scorso secolo più famose, dall’aspetto maggiormente caratteristico sono state le 500 lire Caravelle, emesse in ottime tirature almeno fino agli anni 60 (ed anche fino al 2001 per i collezionisti), che sono ancora oggi molto riconoscibili anche dai giovani appassionati di monete.
Ma non è stata l’unica moneta in argento dei tempi recenti: molte monete da 1000 lire coniate proprio in argento, quasi sempre di tipo commmorativo hanno contraddistinto il panorama nazionale delle emissioni: in particolare negli anni 90 la Zecca ha concepito tantissime monete dal valore nominale di 1000 lire per omaggiare personalità italiane di spicco come Giordano Bruno, Vittorio Alfieri, Gian Lorenzo Bernini, Giuseppe Verdi e tanti altri. La tiratura di queste monete speciali è stata sempre limitata, ed ancora oggi sono monete interessanti, ma non propriamente in grado di rendere “ricchi” (il valore medio è tra i 10 ed i 70-80 euro).
Esistono però delle 1000 lire d’argento concepite in contesti speciali e se vogliamo “diversi” da altri, come la moneta da 1000 lire “Roma Capitale” emessa ne 1970 per omaggiare il centenario di questa forma di nomenclatura di Roma. La 1000 lire Lire Roma Capitale 1970 è disegnata da Laura Cretara, di fatto rendendo questa emissione la prima in Italia concepita da una donna (Cretara si occuperà anche di emissioni diverse, come la 1000 lire moneta bimetallica), e la storia di questa emissione è legata ad una sorta di promessa anche a titolo esclusivo ai dipendenti statali e ministeriali così da renderla effettivamente esclusiva ma al tempo non tutte le città furono fornite di un numero di esemplari sufficienti, alcune rimasero “a secco” , in altre gli esemplari diventarono popolarissimi.
La rappresentazione è quella simile ad un tradizionale Denario antico, una moneta utilizzata durante la Roma Imperiale, sull’altro lato è evidente una rappresentazione del Campidoglio di Roma con la dicitura del valore. La moneta non vale molto, essendo molto comune tra i collezionisti (ma non può tendenzialmente mancare nella bacheca di un appassionato) e vale tra i 10 ed i 25 euro, proprio perchè la diffusione diventò così capillare, che l’emissione perse rapidamente il fattore di esclusività inizialmente cooncepito dal Poligrafico e Zecca di Stato.
Esiste però una versione specifica non concepita per la diffusione, di Prova che è identica a quella “finale” eccezion fatta per la scritta “prova” riportata in piccolo: queste emissioni sono molto più rare (ne furono create circa 2.500, ed oggi valgono da 300 euro (buono stato) fino a 1000 euro (Fior di Conio).