5 lire dal 1861 al 2001: le monete che hanno un valore degno di nota e da cui puoi ricavarci parecchi soldi

5 lire dal 1861 al 2001

E’ indiscutibile che la lira resta senza molti dubbi una delle più importanti valute utilizzate in territorio europeo, per impatto economico, stilistico oltre che ovviamente storico. Chi ha utilizzato la valuta italiana, attiva fin dagli albori del paese inteso come entità unificata, ed anche una singola emissione come quella dal 5 lire ha cambiato volto tantissime volte oltre che valore, ovviamente. Fin dagli esordi nel 1861 fino al 2001 sono state sviluppate numerose tipologie di questa emissione da 5 lire, molte decisamente importanti: ecco quelle di maggior valore.

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La 5 lire ha per forza di cose cambiato “volto” ma anche e soprattutto ogni dettaglio possibile, fattori indicativi che hanno modificato la percezione di una emissione che dalla metà dell’Ottocento fino alla fine del secolo scorso è passata da moneta dall’alto valore d’acquisto fino ad una emissione praticamente inutile, a causa del naturale quanto intensificato deprezzamento della lira, cosa avvenuta anche per altre emissioni, basta pensare alla 1000 lire, che da vera e propria “ambizione” fino alla prima metà del 20° secolo, è divenuta la banconota “minore” del vecchio conio. Ma le monete da 5 lire più interessanti quali sono e quanto valgono?

Partendo dalla prima in assoluto coniata nel 1861, ossia l’anno di fondazione e proclamazione del Regno d’Italia, si tratta di una emissione d’argento soprannominata proprio “Vittorio Emanuele II Unità d’Italia” in corrispondenza della fondazione del regno unificato, che si concretizzerà alcuni mesi dopo. L’emissione è contraddistinta dalla presenza del primo sovrano e dalla forte identità nazionale espressa anche dalla simbologia. Coniata in argento 900, presenta il volto di profilo del re con tanto di simbolo di casa Savoia sull’altro lato, ne furono create poco più di 20 mila esemplari, ed oggi è sicuramente tra le monete di questo tipo più ricercate sia dai collezionisti, sia dagli storici per ovvi riferimenti numismatici. Un esemplare può valere mediamente da 2000 euro se in buone condizioni, ma progressivamente il prezzo di vendita possibile sale fino a superare i 20 mila euro, in condizioni Fior di Conio. Questa emissione come risulta anche evidente, è stata realizzata dalla dicitura Firenze 1861.

Prima emissione da 5 lire con il volto di Vittorio Emanuele II, questa è stata coniata presso la zecca di Firenze pochi mesi prima dell’istituzione del Regno d’Italia

Esemplari quasi identici sono stati creati anche anni dopo, anche se stavolta il volto del re è disegnato in maniera diversa: gli esemplari da 5 lire “Stemma”, sono stati sviluppati dal 1861 al 1878 in varie città italiane. Il valore si aggira tra i 50 eur ed i 10 mila euro a seconda delle condizioni e dell’anno di coniatura.

Passando ad anni “recenti”, sono degne di nota le due emissioni dell’epoca repubblicana, la Uva, coniata dal 1946 al 1950, e la Delfino, dal 1951 al 2000. La prima ha un valore medio di 5 – 50 euro nelle annate 1948, 1949 e 1950, mentre negli anni 1946 e 1947 un esemplare può valere anche fino a 1300 euro.
Meno rara la versione Delfino che è appunto la più comune: un esemplare di un anno in cui la produzione è stata molto più rara come il 1956 può portare una singola moneta a valere da qualche decina di euro fino ad oltre 3000, data la rarità.

5 lire Delfino, l’ultima in ordine di tempo coniata nel nostro paese dal 1951 al 2000
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