L’euro ha completamente cambiato il volto delle monete italiane, che come quelle utilizzate anche dai contesti europei, è stato impiegato come valuta sostituitva anche della lira. Se molte monete sono state accettate culturalmente, quelle da 1 centesimo e 2 centesimi di euro, decisamente meno. Eppure proprio una di questa viene valutata cifre molto importanti in ambito collezionistico.
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La valuta unica europea è attiva fisicamente dal 2002, ma finanziariamente esiste dal 1999: dal 2002 tuttavia tutte le monete del nuovo ordine monetario hanno iniziato ad essere impiegate attivamente, sebbene quasi subito nazioni come quella italiana abbiano deciso di fare a meno di quella da 1 centesimo di euro e 2 centesimi di euro: troppo piccole , scomode, spesso percepite come inutili o quasi, queste emissioni non sono più prodotte da svariate nazioni come anche l’Italia, pur essendo ancora formalmente valide anche nel nostro paese.
E’ abbastanza curioso quindi che proprio una nazione come l’Italia abbia dato inavvertitamente i natali ad una delle forme di errore di conio maggiormente ricercati in senso assoluto in Italia ma non solo facendo riferimento all’euro. Una specifica moneta da 1 centesimo di euro vale migliaia di euro, ma alcuni possessori l’hanno messa in vendita a cifre ancora più alte.
Si tratta del famoso centesimo sbagliato, ossia una ridottissima tiratura di monete da 1 centesimo di euro sviluppate nelle dimensioni di quelle da 2 centesimi, infatti sono anche chiamate Centesimi Mole Antonelliana, in quanto proprio questo monumento risulta essere stato associato per errore all’emissione da 1 centesimo invece di quella da 2 centesimi. Si tratta di un errore concepito dalla Zecca di Roma nel 2002, con circa 7000 monete che nella forma di quella da 2 cents recano proprio il valore nominale di quella da 1 centesimo, come da immagine.
Il Centesimo sbagliato è divenuto rapidamente molto famoso tra i collezionisti, sia italiani che stranieri, data la rarità quasi impossibile dell’emissione: delle 7000 forme di errore di questo tipo, solo un centinaio di emissioni è riuscita a sfuggire alla distruzione concepita come sorte per le monete che sono state concepite per errore.
La valutazione media per un esemplare di questo tipo è di circa 2500 – 3000 euro, ma all’asta circa dieci anni fa un esemplare di questo tipo molto ben conservato è stato venduto per 6.600 euro. Diversi altri esemplari hanno raggiunto cifre “Potenziali” superiori anche se la richiesta del mercato è coerente all’ultima valutazione di quasi 7000 euro.