In Italia poche cose sono meno globalmente e culturalmente accettate come il Canone Rai, un obbligo di pagamento che esiste da quasi un secolo, ma che risulta essere sempre particolarmente indigesto. Nel prossimo futuro è prevista una vera e propria riforma del Canone Rai con possibili novità anche nella formula oltre che nel prezzo.
No feed items found.
Il Canone Rai esiste dall’affermazione della TV nel contesto sociale italiano: pur essendo stata concepita nelle prime decadi del 20° secolo, questo strumento ha trovato la prima, vera diffusione con il secondo dopoguerra, quando sempre più persone, in concomitanza con il ritorno ai consumi ed alle ristrettezze derivate dal conflitto. Ma il concetto di tassa televisiva deriva da contesti precedenti, quando qualcosa di simile era stato concepito per il possesso delle radio, infatti a dispetto del nome “Canone” , la tassa televisiva in Italia è esattamente un’imposta come tante altre, ed anche se risulta mantenere questa formulazione, spesso viene percepita in modo diverso, al pari di qualcosa di “evitabile” e parlano anche i numeri in tal senso: ad oggi circa il 27 % degli italiani non paga con regolarità questa imposta, concepita sul possesso dell’elettrodomestico e non sul suo utilizzo (in buona sostanza viene calcolato semplicemente il concetto di avere almeno una TV per calcolare il tradizionale pagamento), anche se sono comunque numeri molto più alti del passato da quando il Canone Rai è stato rateizzato e portato sulle fatture dell’energia elettrica.
Dal 2016 infatti il Canone non esiste più nella tradizionale forma di “bollettino” da pagare nelle Poste Italiane, ma viene automaticamente “scalato” dalle bollette della luce, con 10 rate da 9 euro l’una da gennaio a ottobre, per un totale di 90 euro annui. A dispetto dei proclami di varie forze politiche, il Canone Rai, essendo una tassa, non può essere “rimossa” così di punto in bianco perchè contribuisce a finanziare il servizio pubblico ed è qualcosa che viene a sua volta tassato dallo stato che “trattiene” circa 14 euro dai 90 sopracitati.
Per aumentare la quantità di persone che sono portati al suo pagamento la prossima riforma del Canone Rai proporrà una nuova formulazione, rimuovendo eventualmente la fatturazione dalla bolletta dell’elettricità ed applicandola sui costi delle reti mobili, a costi molto inferiori, quindi in prospettiva si parla di 3-4 euro al mese. Ciò sarebbe teoricamente possibile dall’elevato numero di abbonamenti telefonici mobili, anche se per ora la proposta è stata solo discussa come bozza, e molto difficilmente l’attuale formulazione sarà portata all’applicazione prima del 2025.
Leggi anche