Le monete hanno rappresentato una delle prime forme di “denaro” effettivo, quindi risorsa che ha un valore definito (che non corrisponde necessariamente al potere d’acquisto che è variabile) che ha iniziato a diffondersi in quanto condizione molto più specifica e precisa rispetto al tradizionale baratto. Ma le monete, da quelle antiche fino a quelle moderne, sono anche parzialmente legate alla cultura della nazione dalla quale provengono, come le monete con il buco. Quanto possono valere oggi?
No feed items found.
Le monete col buco costituscono un piccolo mistero, in quanto seppur molto comuni e diffuse in diverse nazioni ancora oggi, non è stato effettivamente spiegato un signficato storico e pratico in grado di accontentare tutti. Infatti se per alcune culture, come quelle asiatiche la moneta col buco viene utilizzata anche per distinguerle da altre monete, altre fonti storiche hanno definito un aspetto utile del foro, in tempi antichi utilizzato a quanto pare per poterle utilizzare con l’ausilio di una corda o di uno spago. In Giappone così come in Cina queste emissioni forate possono essere tranquillamente riscontrate essendo parte delle emissioni tradizionali.
Ma esistono monete col buco anche in Europa, ad esempio in Danimarca alcuni tagli monetari presentano proprio un furo dalle dimensioni definite, in questo caso la funzione è strettamente culturale e non pare avere una “base” vera e propria, se non quella legata all’utilizzo pratico di sicurezza: infatti queste emissioni avrebbero il foro così da impedire il soffocamento se ingerite. Ma più prosaicamente il foro viene utilizzato anche come strumento di riconoscibilità dai non vedenti e dagli ipovedenti, quindi concepite per essere riconoscibili al tatto.
Ma una moneta col foro quanto può far guadagnare? Dipende, se questo buco risulta essere stato effetivamente soggetto ad un errore durante la produzione, quindi risulta essere “colpa” della Zecca, oppure se è stato sviluppato successivamente, in quest’ultimo caso l’emissione non ha valore, e perde conseguentemente anche quello nominale (in molte nazioni è addirittura reato, in quanto è sostanzialmente il danneggiamento delle emissioni monetarie). Le monete danesi che presentano il buco “naturalmente” hanno un valore discreto se in ottimo stato (dai 5 fino ai 20 euro, si tratta delle emissioni da 1, 2 e 5 corone) ma alcuni esemplari come quelli antichi che fanno parte di contesti storici particolari (come quelle sviluppate durante la prima e la seconda guerra mondiale) possono far guadagnare cifre decisamente importanti, anche superiori ai 200 euro.
Ovviamente anche per le monete con il buco il prezzo lo fa il mercato: un esemplare della metà dell’Ottocento vale fino a 500 euro, se tenuta molto bene, ma anche una degli anni 30 e 40, come quella in foto può far guadagnare cifre decisamente interessanti, dai 20 ai 100 euro.
Situazione diversa per le monete danesi recenti che essendo “moderne” e tutt’ora in corso di validità (la nazione danese non si è convertita all’euro e fa ricorso alla corona da circa 2 secoli abbondanti), non hanno un valore collezionistico superiore a quello nominale.
Leggi anche