Le lire italiane fanno parte di un ricco compendio di emissioni molto conosciute anche oggi, ed anche dai più giovani collezionisti in modo specifico da risultare legate alla storia della nazione. Se monete come le 10, 50 e 100 lire sono da considerarsi molto famose e longeve altre sono state un po’ “messe” da parte, ma sono comunque molto famose e riconoscibili come le 5 lire col delfino, emissione estremamente longeva ma che dagli anni 90 è stata progressivamente abbandonata. Di recente è stata coniata una doppia versione di tipo particolare, sviluppata in oro, di questa moneta estremamente importante per la monetazione italiana, sotto forma di riedizione.
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Questo non per difetti strutturali ma semplicemente per una questione di deprezzamento della lira, evento che è risultato evidente ed a larghi tratti problematico in particolare dagli anni 70 in poi, ed anche la 5 lire delfino, che è stata coniata per circa mezzo secolo non ha avuto più senso di esistere pur essendo nominalmente stata creata fino al 2001.
L’iconica moneta è stata coniata in Italma, una lega basata sull’alluminio, resistente e piuttosto leggera, che ha conferito alle emissioni un aspetto argentato, metallico. Il delfino è stato scelto alla fine degli anni 40 con raffigurazione base per la 5 lire, dopo l’introduzione della variante Uva, coniata però solo per 4 anni, dal 1946 al 1950. Data la struttura di moneta “umile”, il delfino costituisce la faccia principale, con la coda leggermente piegata, e con un grosso 5 poco al di sopra. L’altro lato della moneta è contraddistinto da un timone per la navigazione che permette di sviluppare una direzione definita. Anche se la lira non è più valida nel suo utilizzo principale, la 5 lire delfino ha avuto addirittura una recente riedizione, anzi due, coniate in oro particolarmente pregiato.
Infatti l’istituto poligrafico e Zecca di Stato hanno concepito due versioni da 20 e 50 euro di questa moneta che corrisponde ad una sorta di “mini lingotto”, in quanto coniata in oro 24 carati, ed è quindi nominalmente ricca di metallo prezioso. Il valore collezionistico è rilevante, in quanto la versione munita di valore facciale da 20 e 50 euro, ma la prima viene venduta dall’istituto poligrafico al costo di 599 euro (ed è munita di astuccio da collezione), quella da 50 euro costa ufficialmente 1099 euro ed è concepita ovviamente sia come moneta collezionistica che emissione da investimento. La raffigurazione a cura di Angela Cassol e resa disponibile nel 2023, mantiene le illustrazioni presenti sulle monete originali da 5 euro, con il delfino, il timone e tutti i principali dettagli.
Il contenuto di oro 24 sta a significare il valore massimo in quanto a purezza, definito anche oro 999,99, che quindi porterà il valore collezionistico ad aumentare in modo sensibile in futuro, magari addirittura a raddoppiare, visto che si tratta di edizioni numerate: chi sceglie di acquistarne una, indubbiamente comprende il valore storico e collezionistico ma come per le Sovrane britanniche, mantengono anche un importante concetto da investimento vero e proprio.
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