Il francobollo nella sua apparente semplicità ha condizionato pesantemente l’utilizzo della comunicazione a lunga distanza anche in contesti privi di tecnologia avanzata: il suo ruolo è facilmente individuabile in quello di una tassa pagata anticipatamente dal mittente. Quasi subito dalle prime forme sviluppate di francobolli è nato il contesto collezionistico e tantissimi si sono messi alla ricerca di dettagli particolari sugli esemplari che possano tradire una specifica rarità. Un esempio seguente è portato da una particolare lettera, una T che è presente su un antico francobollo italiano, in grado di guadagnare una ingente somma.
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Il francobollo è una invenzione abbastanza recente, se confrontata conn il concetto di poste, in quanto è stato concepito verso la metà dell’ottocento, in forme “primordiali” come il Penny Black, il primo esemplare mai utilizzato, stampato in buone quantità per le nazioni del Regno Unito, concepito da un funzionario britannico, Sir Rowland Hill che è considerato il “papà” del francobollo. La sua adozione e diffusione ha permesso di agevolare e rendere più sicure le forme di trasferimento di corrispondenza postale che grazie al concetto di affrancatura, ha esentato il “ricevente” a pagare per ricevere la posta.
In Italia il francobollo è arrivato già pochi anni dopo, adottato dall’allora neonato Regno d’Italia dal post unificazione, ma ancor prima tutti i vari regni pre unitari hanno iniziato a concepire anche svariate emissioni in un contesto sociale e politico di grande cambiamento, condizione che ha portato tutti i francobolli del periodo ad essere ricercatissimi, oggi ma anche in passato.
Un esempio è costituito da una delle rarissime emissioni filateliche emesse dal Regno delle Due Sicilie sotto influenza borbonica che è stato anche l’ultimo degli stati preunitari ad adottare il francobolli prima dell’unifcazione, nello specifico una serie di esemplari dallla stessa raffigurazione ma in colori diversi, nello specifico 7 pezzi concepiti per i giornali e non per la posta: oggi anche questi sono quasi impossibili da trovare integri in quanto per aprire il giornale questi venivano rotti. Gli esemplari di questa serie sono anche facili da ricoscere in quanto presentano le simbologie del Regno delle Due Sicilie, come i gigli, la trinacria ed il cavallo.
La variante più rara è stata introtta però dal governo di transizione garibaldino, subentrato dopo lo sbarco in Sud Italia dei Mille di Garibaldi, che data la mancanza di tempo utile, fu deciso di utilizzare il medesimo modello per il francobollo definito Garibaldino Mezzo Tornese in quanto la base è esattamente la stessa del francobollo menzionato con una “T” al posto della “G” di Grani, l’ex valuta del Regno borbonico. Questo è quasi impossibile da trovare, per questo motivo l’eventuale scoperta può far guadagnare cifre molto importanti, anche superiori a 100 mila euro, dato il valore storico, se il pezzo è sano e particolarmente ben conservato può far guadagnare anche fino a 150 mila euro, risultando uno dei pezzi filatelici maggiormente importanti e rari della storia italiana.
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