Trovare oggetti antichi è una vera e propria scoperta, che porta inevitabilmente a riconsiderare il contesto storico nella quale ci troviamo, è sicuramnete qualcosa di riscontrabile anche utilizzando apparecchiature conosciute come un metal detector che sfrutta una tecnologia in grado di riconoscere i metalli. Utilizzare un metal detector è senz’altro qualcosa che risulta essere appannaggio di chi è curioso ed esperto dei reperti storici, ma può anche portare ad una ricchezza, come evidenziato dalla notizia che ha portato un fortunato a trovare un sacco pieno di antiche monete proprio con il metal detector.
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L’uso del metal detector in alcuni stati del mondo è soggetto a restrizioni, mentre in Italia il suo utilizzo è formalmente libero, quasi mai infatti subentrano fattori legati alla legittimità degli oggett ritrovati. Un esempio è proprio il “bottino” riportato alla luce dopo diversi secoli da parte di un cittadino inglese nelle campagne delle Midlands, situate nella regione occidentale dell’Inghilterra: utilizzando il proprio metal detector infatti un uomo è riuscito a rinvenire un sacchetto pieno di oggetti e monete, in alcuni casi queste sono state riconosciute, nella fattispecie in due esemplari di denari del Trecento, emissioni che erano coniate sulla falsariga delle omologhe monete romane, in lega d’oro mediamente puro, che hanno portato ad un valore considerevole dal punto di vista storico. Spesso infatti è la composizione di queste monete antiche, oltre che la loro rarità a renderle estremamente importanti dal punto di vista collezionistico, ed in questo caso, anche storico in tutto e per tutto. Condizione che in Italia, vera “culla della civiltà” di varie entità come quella romana, il ritrovamento di monete ed altri reperti storici è meno rara, anzi abbastanza abituale oggi come in passato.
Secondo gli storici che hanno poi confermato il ritrovamento in questione, si tratta di un evento rarissimo, in quanto le monete sarebbero di fatto cadute, assieme a tutto il sacchetto, oltre 7 secoli fa, in un luogo oggi molto diverso da allora: una singola moneta di questo tipo ai tempi corrispondeva ad un valore ed un potere d’acquisto non così elevato, in quanto secondo gli storici questo avrebbe portato il possessore ad acquistare un bene come un animale da giardino, ma dato il ritrovamento storico, il tutto è stato portato in un museo locale, condizione che ha portato una ricompensa non meglio specificata per l’individuo che ha reso possibile la scoperta (alcuni parlano di circa 10 mila euro).
La storia della monetazione britannica è antica, molto di più di quella del paese stesso, in quanto furono probabilmente i romani ad introdurre le metodologie di coniatura attraverso una zecca locale, ed anche con la caduta dell’Impero Romano la tradizione di sviluppare monete sulla falsariga di quelle romane è stata mantenuta a lungo (così come altre tradizioni che di fatto hanno fatto da “base culturale” per le popolazioni ancora oggi considerate anglosassoni) almeno fino al Basso Medioevo ,quando con l’unificazione dei regni inglesi sotto un’unica corona, fu concepita l’idea di una valuta come la sterlina, di cui abbiamo anche già trattato le origini in tempi non sospetti.
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