L’idea di investimento è assolutamente popolare tra la popolazione italiana, e lo è diventato in modo progressivo, non unico, in quanto l’affermazione è nata fin dagli albori del contesto bancario e postale in Italia. Attraverso l’operato delle Poste Italiane sono stati resi disponibili fin da oltre un secolo i buoni fruttiferi postali, che costituiscono ancora oggi una metodologia di guadagno progressivo e programmato. Diverse forme di offerta con interesse vantaggioso sui buoni fruttiferi è stata resa disponibile.
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Varie formulazioni di buoni fruttiferi comprendono ad esempio una ricca forma di prodotti da investimento, come i libretti o ancora più specialmente, i buoni fruttiferi postali che fanno parte di una delle tipologie di obbligazione vera e propria sotto forma di titoli di stato a guadagno progressivo tramite un interesse definito, molto in voga almeno fino al 20° secolo, almeno fino all’affermazione delle banche private che anche grazie ad una tecnologia ed una semplicità di utilizzo hanno preso il posto dei caratteristici buoni fruttiferi che sono comunque ancora sulla “cresta dell’onda”.
Questo è stato possibile grazie ad una forma aggiornata di varie tipologie di buoni fruttiferi, emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti (CDP) per conto dello stato Italiano, sono titoli di stato a reddito programmato che presentano un rischio di investimento sensibilmente basso, ma comunque in grado di generare un aumento del capitale investito a cadenza regolare, ed hanno una scadenza variegata così come un tasso di interesse sensibilmente in aumento, condizione che ha portato in alcune regioni come il Piemonte a far percepire un interesse in aumento nei confronti di questi strumenti di investimento di stampo finanziario.
Questo è stato secondo alcuni la causa del successo intermini di interessi di agenti da investimento come I BTP, condizione che ha portato anche gli altri elementi del risparmio postale a ritornare in auge. I pregi dei buoni fruttiferi postali sono infatti comunque considerevoli, a partire dall’assenza di commissioni o spese, né per l’emissione né per il rimborso, oltre all’importante fattore della tassazione agevolata, che risulta essere per tutti i buoni fruttiferi del 12,5 % sugli interessi accumulati.
Questi sono in sensibile aumento in modo generalizzato, ma in modo generico applicato a tutti i buoni fruttiferi, che come accennato in modo specifico in alcune formulazioni, risultano essere percepiti come maggiormente affidabili.
Il buono fruttifero tradizionale ha una scadenza a 20 anni (ossia termina di generare interessi alla fine di questo periodo) e riconosce alla scadenza un tasso d’interesse annuo lordo del 3,00%, esistono però altre forme di buoni con scadenza più a breve termine come il Buono a 4 anni “Risparmio semplice” che ha un tasso di interesse pari all’1,50 % , con la possibilità di chiedere il rimborso in qualsiasi momento entro il termine di prescrizione, mentre il Buono 3×2, ha una durata di 6 anni e riconosce alla scadenza un tasso d’interesse annuo lordo del 2,25%. Esistono anche le tipologie di buoni fruttiferi per i minori che accumulano interessi fino alla maggiore età, permettendo di raggiungere un rendimento annuo lordo fino al 4,50% oppure in ultimo il Buono Soluzione Eredità.
Tutti i buoni fruttiferi postali sono consultabili ed attivabili attraverso il sito ufficiale di Poste Italiane.
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