La storia del Telepass è assolutamente unica del proprio genere, in quanto è stato concepito in un contesto estremamente florido dal punto di vista tecnologico, una forma di invenzione tutta italiana, che in pochi anni è stato adottato da milioni di automobilisti e non solo. Il Telepass esiste da oramai svariate decadi ed è noto per la tipologia di comunicazione che presenta, che fa ricorso a suoni, i caratteristici “bip”. Perchè il Telepass fa tre bip?
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La storia del Telepass infatti non è stata casuale, ma è stata resa necessaria per ridurre la pressione delle tradizionali code automobilistiche che già a partire dagli anni 60 e 70 hanno iniziato a diventare un problema estremamente difficile da risolvere in ambito generale, sulle autostrade italiane. Concepito da una società legata ad Autostrade per l’Italia, il Telepass ha trovato la prima affermazione a partire dalla 2° metà degli anni 80, dopo una fase di test durata pochi mesi, da due dipendenti allora poco più che ventenni che erano stati incaricati di sviluppare questa tecnologia basata sul transponder.
Dopo una fase di test, concepita nel 1986, a partire dall’anno successivo sono iniziate le prime “forniture” di questo dispositivo che sono state fin dal principio legate ad una utenza attraverso varie tipologie di abbonamento, collegate al proprio conto corrente, con il preciso scopo di velocizzare di molto il transito presso i vari pedaggi presenti in Italia (anche se da tempo la tecnologia di questo tipo è presente anche in altre nazioni come la Francia o la Slovenia, sempre sotto il logo Telepass) utilizzando una tecnologia che è cambiata molto poco del tempo, basato su frequenze e segnali che si sviluppano attraverso due dispositivi.
Il primo è ovviamente quello fornito dall’azienda che fornisce il servizio, un piccolo box di plastica che ha la funzione precisa di essere presente in auto e di poter quindi comunicare con il ricevitore, presente su tutti i caselli italiani adibiti alla tecnologia, quando il transponder si avvicina, all’interno del veicolo al ricevitore questo comunica attraverso dei suoni, rispettivamente gravi o acuti, la riconoscibilità del transito, e se questo viene effettuato nella maniera corretta, il pagamento viene poi calcolato dall’abbonamento e fatto corrispondere un pagamento ogni 6 mesi (generalmente). La tecnologia quindi non è “frenschissima” ma essendo molto efficace è stata mantenuta come tale.
Un Telepass che funziona in maniera adeguata emette un suono acuto poco prima di entrare nella corsia del pedaggio e ne sviluppa un altro durante il transito indica che il passaggio è stato acquisito correttamente, se il secondo “bip” non viene effettuato significa che la targa del veicolo associata al dispositivo nel veicolo ed è per questo necessario recarsi presso un Punto Blu così da comprendere la natura dell’errore ed eventualmente pagare la somma non calcolata.
Se il tono è invece grave può subentrare un’altra anomalia, che anche questa va ravvisata, ad esempio può costituire una forma di qualche malfunzionamento.
Se i “bip” sono invece 3, è segnale che la batteria presente all’interno del Telepass va sostituita in quanto prossima ad esaurirsi, condizione che può essere sviluppata a titolo gratuito presso qualsiasi centro Punto Blu presente sul territorio.