Uno dei principali problemi legati all’utilizzo dela carta moneta è sicuramente relativo alla costituzione stessa che prima o poi porta una forma di degradazione degli esemplari, che spesso viene condizionata anche da agenti esterni come le intemperie ma anche un utilizzo non corretto del denaro. Non è così raro trovare una banconota con lo scotch nell’utilizzo comune, ma i soldi “riparati” con il nastro adesivo sono ancora validi?
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E’ qualcosa di naturale per molti utilizzare il tradizionale scotch per riparare le proprie banconote, in quanto essendo queste costituite da fibre di cotone, lino e cellulosa, tendono come detto a danneggiarsi in modo particolare dopo un certo quantitativo di tempo di circolazione. Ogni stato, anche quello italiano, utilizza ingenti risorse ogni anno per sostituire esemplari di ogni taglio di carta moneta oramai usurate, che sono destinate al macero e sostituite da esemplari nuovi. Ma legalmente parlando, cosa dice l’ordinamento dello stato in merito alle banconote riparate con lo scotch?
In realtà la regolamentazione italiana delle banconote che fa riferimento ad un testo della BCE che non menziona espressamente l’utilizzo o meno di nastro adesivo, in quanto non esiste una forma di legge o simile che di fatto obbliga un cittadino o un esercente ad accettare un esemplare magari non così danneggiato se riparato con lo scotch. Un pezzo di carta moneta danneggiato o mutilato spesso non cessa di essere valido ma devono essere effettuate delle opportune valutazioni inerenti allo stato dell’esemplare così da determinare le origini del danno, in linea di massima non è consigliabile fare ricorso al nastro adesivo neanche se la banconota è divisa in due, la Banca d’Italia può contemplare la sostituzione se l’esemplare è integro e presenta una superficie pari a poco più del 50 % della dimensione originale così da evitarne la doppia replicazione. In sostanza per ottenere una sostituzione la banconota deve essere presentata in ogni pezzo oppure la dimensione dell’unica sezione deve essere di poco superiore alla metà originale.
La BCE ha sviluppato una serie di condizioni fisiche che fungono da limiti in millimetri in merito alle banconote con le lacerazioni aperte che sono considerabili “accettabili” per una potenziale richiesta di sostituzione:
Direzione Altezza Lunghezza
Verticale | 4 mm | 8 mm |
Orizzontale | 4 mm | 15 mm |
Diagonale | 4 mm | 18 mm |
Va anche ricordato che il nastro adesivo utilizzato per coprire una superficie superiore a 10 × 40 mm e per uno spessore superiore a 50 μm (unità di misura che fa riferimento ai micrometri), sempre secondo generiche direttive della BCE, rende l’esemplare non idoneo alla sostituzione.
In ogni caso è l’entità della Banca d’Italia a decidere a mo di ” giudice ultimo” se una banconota è sufficientemente in buono stato da essere sostituita o no, in quanto il tutto va valutato in base al tipo di danno e le origini dello stesso. Se si tratta di più banconote è possibile che la Banca d’Italia possa fare ricorso a diversi giorni per accettare o meno la sostituzione.
E’ però sempre meglio non fare ricorso al nastro adesivo, meglio semplicemente conservare ogni pezzo della banconota danneggiata o mutilata senza utilizzare alcona forma di strumento per “tenere assieme” i pezzi.