Il dollaro anche in questo inizio di 21° secolo, pur con tante vicissitudini risulta essere una delle valute più importanti, impattanti e simboliche al mondo, a causa della grande influenza che gli Stati Uniti mantengono su contesto economico, sociale e politico. Le banconote statunitensi come la banconota da 1 dollaro può essere anche considerata simbolica, ma altresì importante dal punto di vista collezionistico. Come riconoscere un “pezzo” comune da uno raro?
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Le banconote da 1 dollaro sono probabilmente quelle più conosciute oltreoceano ma da diversi anni non costituiscono quelle più utilizzate: il valore è infatti comprensibilmente ridotto, ossia il potere d’acquisto relativo, rispetto a decenni or sono, quindi il dollaro singolo viene utilizzato solo per le piccole spese, ed ha gradualmente preso il posto in molti casi delle monete: negli States l’uso del denaro metallico non è così culturalmente diffuso come da noi pur essendo effettivamente esistente in grandi quantità.
Secondo uno studio di inizio anni 2000 le banconote da 1 dollaro rappresentano ancora quasi la metà del denaro cartaceo circolante negli Stati Uniti, segno di una effettiva utilità che persiste anche in questo contesto sociale.
Come per altre nazioni, anche i dollari sono tradizionalmente ritirati quando eccessivamente usurati e sostituiti dalle banconote più recenti, anche se la banconota da 1 dollaro resta una delle più simboliche ed è anche per questo che risulta essere stata modificata solo nei dettagli, continuando a presentare il volto di George Washington in un suo famosissimo ritratto al centro, con le varie diciture che rendono la valuta statunitense immediatamente riconoscibile.
Come si fa a riconoscere un dollaro raro da uno effettivamente comune? Come per le banconote europee, anche i dollari a volte presentano alcuni dettagli come vari sigilli, di colore rosso o blu, che possono aumentare sensibilmente il valore di vendita, in particolare un pezzo che presenta un sigillo giallo concepito su diversi esemplari degli anni 30 e 40 dello scorso secolo fa riferimento alle valute concepite per i mercati non ufficialmente statunitensi. La valuta è infatti utilizzata dagli Stati Uniti ma anche molto spesso da nazioni che presentano dei legami, un pezzo da 1 dollaro degli anni 30 con il sigillo giallo può valere da circa 15 dollari fino ad oltre 150 euro, a seconda delle condizioni di conservazione dell’esemplare, fattore che è spesso fondamentale per un calcolo preciso del valore.
Vale poco meno un esemplare da 1 dollaro con il sigillo rosso, le cui prime risalgono addirittura al 1880, valgono mediamente da 10 fino a 80 euro, a seconda delle condizioni.
Molto di più possono valere gli esemplari che presentano numeri di serie particolarmente “strani” che ad esempio presentano peculiari combinazioni, composte da numeri consecutivi o anche da poche cifre. Un esemplare che presenta una serie di numeri uguali in due tipologie (ad esempio 7Z7Z7Z) che all’asta sono stati battuti addirittura per 15000 dollari alcuni anni fa, quindi una cifra molto più alta del valore facciale, pur non trattandosi di una banconota così vetusta (risaleva agli anni 60).
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