Le banconote costituiscono la forma più diffusa del denaro fisico oggi come in passato. La carta moneta ha avuto sempre molte difficoltà a diffondersi almeno fino all’affermazione delle tecnologie giuste, sufficienti per eliminare in parte il fenomeno della contraffazione. Anche l’euro è stato concepito con numerosi strumenti anti contraffazione ma questa è una forma di “battaglia” che non ha un vincitore, ma tante “gueerre”. Quali sono le banconote dell’euro più contraffatte ed a quali particolari fare attenzione?
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Le banconote sono state concepite nelle primissime forme in documenti che attestavano il possesso di un particolare bene in quantità definite: la prima forma di documento associabile alla banconota risale più o meno all’anno 1000, concepita in Cina, ed avera proprio il signficato di una “prova scritta” da parte dei possessori di beni come risorse o terreni, anche se a lungo le banconote, trasformate in forme di valuta intorno al Seicento, hanno avuto enorme difficoltà ad imporsi in quanto facili da contraffare, e soprattutto non hanno trovato una vera affermazione fino alla seconda rivoluzione industriale, ossia dalla seconda metà in poi dell’Ottocento. Nei decenni successivi è stata evidente la necessità da parte dello stato, con il supporto degli istituti di credito di avere a disposizione forme di denaro dall’elevato potere d’acquisto. Anche l’euro è stato concepito in varie emissioni fin dal 2002 che presentano una criticità in fase di contraffazione, al punto che è stata resa necessaria una seconda serie, che ha iniziato ad affermarsi con lo scorso decennio.
Anche se il fenomeno della contraffazione è ancora estremamente popolare, è in diminuizione, ma resta qualcosa che può ancora rappresentare una criticità effettiva per lo stato, ma anche per i cittadini. Come riconoscere una banconota falsa da una “buona”?
Esistono vari strumenti messi a disposizione, come le parti in rilievo, che sono generalmente assenti o meno radicate rispetto agli esemplari autentici, ma anche il filo di sicurezza che è visibile come sempre in controluce, che presenta al proprio interno una scritta Euro (per la seconda serie). Altri dettagli come la raffigurazione femminile di Europa, presente nel mito greco che deve essere riconoscible sul lato sinistro di ogni banconota con la filigrana, sempre mettendo il pezzo di carta valuta in controluce.
Importante verificare il cambio cromatico dei colori dei numeri legati al valore della banconota, che cambia colore passando dal verde smeraldo al blu scuro se in controluce. Una banconota falsa avrà anche un suono diverso se agitata, meno netto e “secco” rispetto ad una autentica.
Importante anche valutare l’area dove è presente in seriale, sulla parte inferiore: l’area viene pressata con vigore e quindi risulta essere leggermente deformato.
I tagli maggiormente contraffatti in Italia sono, senza troppe sorprese, quelli inerenti a quelli da 20 e 50 euro, che infatti costituiscono nella maggior parte dei casi le banconote più comuni ma anche quelle più “convenienti” da parte dei falsari: tradizionalmente sono dotate di un potere d’acquisto medio, che porta naturalmente meno controlli da parte dei cittadini.
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