Qualsiasi operazione finanziaria e quindi quasi certamente che “passa” attraverso una forma di controllo o comunque verifica da parte di alcuni “giudici” che nel caso delle nazioni europee è la BCE ossia la banca centrale europea. Come rilevato da alcuni analisti, vari elementi fanno pensare ad una necessità di effettuare alcuni tagli ai pagamenti da parte della BCE nei confronti dei tassi. Ma cosa significa e cosa cambia per i cittadini?
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La BCE è sostanzialmente una forma di entità economica che ha molte funzioni finanziarie, sia di tipo costruttivo ma anche di controllo nei confronti dell’utilizzo dell’euro e di tutte le politiche economiche da parte delle nazioni che compongono la cosiddetta Eurozona. Agisce come una sorta di entità sovranazionale lei cui decisioni nella stragrande maggioranza dei casi hanno un valore più effettivo rispetto a quelle dei governi centrali, queste ultime passano per forza di cose attraverso delle verifiche da parte della BCE stessa, che tra le altre cose deve anche sviluppare il controllo dei tassi a cadenza regolare attraverso delle politiche che hanno effetti importanti sulle economie dei paesi.
Come risulta evidente da diverse tendenze che hanno manifestato una necessità di operare un taglio sui tassi (ad oggi mediamente tasso di deposito della Bce relativa alle banche si aggira sul 4 %) così da recuperare liqudità effettiva e di porre rimedio anche in parte ai livelli di inflazione che seppur sotto controllo, sono mediamente molto più alti della stima “ideale” che è circa del 2 % per i paesi della zona euro.
Come abbiamo già trattato di recente in relazione ai finanziamenti sui mutui, che presentano dei dati in rialzo quindi costi maggiori in relazione alle rate dei singoli pagamenti di questo tipo, che anche in Italia registrano valori superiori al 4,60 % sia per i mutui fissi che variabili. I tagli sui pagamenti sui fondi delle banche orientativamente legato alla prima metà del prossimo anno serve a ridurre un po’ questa spesa e garantire una maggior liquidità per i cittadini ma anche per gli investitori così da stimolare anche il mercato. Sostanzialmente è una opera di regolarizzazione che viene effettuata dalla BCE quando le banche hanno generato profitti sostanziosi e per questo sono “costrette” in linea abbastanza generare a garantire una maggior presenza di capitale nei confronti dei singoli stati.
Tutto questo dovrebbe tradursi, semplificando molto in tassi sul mutuo sensibilmente meno peggiorativi, magari non in discesa ma comunque non in enorme aumento, così come una possibile frenata all’inflazione, che come risulta noto, è un elemento non completamente negativo se “tenuto sotto controllo” in caso contrario tennde a ridurre di molto il potere d’acquisto di una valuta.
L’Unione Europea non è l’unica entità economica che si trova ad effettuare un taglio sui pagamenti di questo tipo: anche la Repubblica Popolare Cinese attraverso la propria principale unità bancaria ha optato per questa strada pochi mesi fa, sorprednendo tutti a causa di un periodo di stagnazione dello yuan cinese, la valuta della nazione cinese.