Canone Rai in bolletta: ecco tutte le novità, costo, pagamento, disdetta

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Da sempre il Canone Rai rappresenta qualcosa di non assolutamente tollerato da parte dell’italiano medio, anche se la sua formazione ed il suo calcolo trovano un senso effettivo per lo stato. Da qualche anno il Canone Rai è presente sulla bolletta della luce, anche se in futuro le cose potrebbero concretamente cambiare in modo effettivo.

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Il Canone Rai a dispetto del nome non costituisce una forma di pagamento “volontario” da parte dell’utente, bensì è una tassa, una imposta vera e propria concepita dallo stato italiano per supportare economicamente lo sforzo pubblico della TV, Radio ed agenzia dii stampa nazionali. Concepito in una forma primaria addirittura negli anni 30, improntato a questa funzione per i possessori di radio (le TV non erano state ancora realmente concepite come le conosciamo oggi), con l’istituizione della Repubblica che non ha mai abrogato l’editto del 1936, lo stato ha fatto grandi sforzi a far corrispondere i pagamenti, che fino a pochi anni fa erano decisamente rari dal punto di vista continuativo. La maggior parte degli italiani infatti “mal digerisce” l’idea di una tassa applicata sulla TV, soprattutto una su base fissa, non improntata all’utilizzo dello strumento bensì in base al possesso, quind idealmente il Canone Rai va pagato anche se non si fa ricorso alla TV.

Il Canone Rai in bolletta esiste dal 2016
Il Canone Rai in bolletta esiste dal 2016

Dal 2016 il Canone Rai è stato unificato alla bolletta della luce, su forma dilazionata in 10 rate da 9 euro l’una, sulle mensilità che vanno da gennaio fino ad ottobre di un anno solare, per un totale di 90 euro annui. Questa formula, che è stata molto criticata e discussa anche dai vari esponenti dell’opposizione dell’epoca (è stata concepita durante il governo Renzi) però è stata alla fine mantenuta dalle legislature arrivate in periodi successivi. Il motivo è molto evidente, in quanto ha costituito una formula di successo vero e proprio, in quanto circa 1/3 delle forme di nuclei familiari hanno in questo modo corrisposto in modo “automatico” il pagamento dell’imposta sopramenzionata. L’attuale governo ha più volte palesato l’intenzione di modificare questa forma di formulazione del canone Rai (anche dichiarando che lo avrebbe eliminato ma come accennato l’imposta è semplicemente necessaria per il servizio pubblico) ad esempio legandola ad altre forme di utenza, come quella delle utenze telefoniche mobile, che sono molto più diffuse, e che quindi almeno in teoria potrebbero portare ad una riduzione del costo per persona.

Per ora si tratta però di ipotesi, con l’attuale sistema che prevede comunque di sviluppare una disdetta e quindi di evitare di pagare “lecitamente” la tassa televisiva. Possono farne disdetta alcune tipologie di cittadino, come chi non è in possesso di un apparecchio tv, chi ha almeno 75 anni e non ha un reddito annuo superiore a 8000 euro, ma anche i rivenditori di apparecchi televisivi ma anche ad esempio chi risulta ricoverato o si è trasferito in una casa di riposo o rsa. La procedura di disdetta può essere richiesta attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate, oppure tramite raccomandata utilizzando l’apposita modulistica presente a questo indirizzo.

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