Se vi state chiedendo di Roberto Donadoni e delle sue attività attuali, non cercate altro che questo articolo. Scoprite il suo passato, la sua carriera, la sua vita familiare e molto altro ancora.
Roberto Donadoni nasce a Cisano Bergamasco il 9 settembre 1963: oltre che allenatore è stato anche ex giocatore di calcio, nel ruolo di centrocampista.
Per dieci anni ha brillato nelle fila del Milan e della nazionale italiana, conquistandosi un posto tra i migliori giocatori nella sua ala.
Dopo aver ottenuto numerosi titoli con il Milan, è stato vicecampione del mondo nel 1994 con la nazionale, per la quale, dodici anni dopo, siederà in panchina.
Biografia di Donadoni
Roberto Donadoni inizia la sua carriera calcistica con l’Atalanta, con la quale disputa prima il campionato giovanile e poi quello di serie B.
Siamo nei primi anni ’80 e queste esperienze serviranno a lanciarlo nella massima serie: nell’estate 1986 Silvio Berlusconi lo vorrà al MIlan, dove lentamente si afferma come uno dei pilastri della squadra.
Grazie alle sue indiscutibili abilità tecniche, Donadoni viene sempre schierato in campo sia da Arrigo Sacchi che da Fabio Capello: scudetti, coppe, supercoppe… una serie di trionfi senza fine.
Alla sua terza stagione coi rossoneri, durante una partita si scontra con un giocatore e ne riceve un grave trauma cranico che lo terrà bloccato per mesi.
La sua parabola al Milan si conclude nel 1996: Roberto già guarda all’estero.
Firma per i New York Metrostars ma torna presto in patria, perché aveva lasciato il cuore al Milan, con cui raggiunge di nuovo lo scudetto.
Dopo una breve parentesi in Arabia Saudita, si ritira dall’attività agonistica nel 2000.
Roberto Donadoni in panchina
Come allenatore, Roberto Donadoni parte dalla serie C per poi risalire e fare carriera con Napoli, Cagliari e Parma (con quest’ultimo raggiungerà ottimi risultati).
Nel frattempo però arriva la convocazione come tecnico della nazionale, a sostituzione del vincente in uscita: Marcello Lippi.
Dopo un’inizio deludente, Donadoni riesce a migliorare le prestazioni del team, eppure l’Italia raggiunge a fatica il girone e viene esclusa durante i quarti di finale.
A seguito di tali risultati, l’allenatore viene esonerato dall’incarico nel 2008.
Negli anni seguenti saprà però prendersi belle soddisfazioni allenando altre squadre nostrane: oltre a quelle già citate, ricordiamo il Bologna, per poi migrare in territori cinesi.
Qui si metterà alla prova in un sistema completamente diverso, allenando lo Shenzhen F.C.
L’esperienza dei Mondiali
Per molti il nome di Roberto Donadoni rimane tristemente associato a una brutta performance della nazionale ai Mondiali.
In merito a quell’esperienza il tecnico ha ricordato: “Non vivo di rimpianti, il calcio è fatto di queste cose, bisogna saperli accettare. Quando in carriera mi è capitato di vincere, ciò che contava era il domani. Ho ragionato allo stesso modo davanti alle sconfitte. Quando ero commissario tecnico era un momento particolare, si arrivava da un Mondiale vinto, fare meglio era praticamente impossibile. Era una situazione complicata a livello federale, con il commissariamento, ma sono soddisfatto di quanto fatto. Spagna-Italia? Vincere ai calci di rigore sarebbe stata un’ulteriore soddisfazione, ma sono cose che fanno parte del lavoro, bisogna saper guardare avanti e imparare. Sapete benissimo cosa ha fatto poi quella Spagna, magari se avesse perso con noi non avrebbe fatto altrettanto…”.