Il contesto monetario è da sempre stato molto rilevante dal punto di vista culturale: anche l’Italia ha per decenni utilizzato rappresentazioni molto specifiche, come ad esempio le figure storiche, mentre con l’euro si fa un grande ricorso ai monumenti, come testimoniato dalla moneta con il Colosseo, che può offrire anche ottimi spunti collezioinistici.
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L’euro ha portato tantissimi contesti a cambiare nell’ambito collezionistico: strutturalmente la valuta unica europea è incentrata su una progressiva ricerca all’unità europea per questo uno dei lati di ogni moneta è identico per tutte le attuali 20 nazioni che ne fanno ricorso, ma l’altro lato è sempre dominato da una figura personalizzata: la moneta da 5 centesimi prodotta in Italia spicca per avere il Colosseo, uno dei monumenti più famosi legati al nostro paese ma anche uno dei più fulgidi esempi dell’architettura romana. Il Colosseo non era inizialmente chiamato così, in quanto sviluppato l’epoca “d’oro” di Roma, all’inizio della fase imperiale, era stato chiamato Anfiteatro Flavio, mentre il nome Colosseo deriva da una statua del Colosso, ispirato a quello di Rodi che era presente poco lontano, il nome moderno deriva probabilmente dall’epoca Medievale.
L’emissione da 5 centesimi è quindi quella con il colosseo, fattore che ha reso questa moneta riconoscibilissima anche per i cittadini stranieri: ma quanto vale?
E’ ovviamente comunissima, quindi per quasi tutti gli esemplari si tratta di una moneta che ha il valore riportato, di 5 cents, con la raffigurazione realizzata dall’incisore Ettore Lorenzo Frapiccini che rende anche molto famosa l’emissione, rendendola comunque importante in chiave collezionistica.
Le emissioni del 2003 a causa di una minore tiratura di queste monete, fattore che ha portato i collezionisti a valutare da 10 fino a 35 euro un esemplare molto ben conservato, ma altri casi corrispondenti ad errori di conio, ad esempio in caso di monete con alcuni dettagli mancanti o diversi, come l’assenza del simbolo della zecca hanno convinto diversi appassionati a vendere questi pezzi per centinaia se non migliaia di euro sulle aste online.
Ovviamente è difficile valutare con precisione questo concetto, in quanto l’errore di conio è difficile da stimare come rarità e numero di esemplari unici, ma anche il mercato è abbastanza ondivago da questo punto di vista. Resta però quantomeno interessante considerare una moneta tendenzialmente molto comune al punto da passare inosservata come potrebbe essere “percepita” nell’immaginario collettivo grazie a piccoli dettagli.
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