Tutte le monete mantengono un innegabile fascino per la maggior parte delle persone, essendo legate a tutti i contesti umani e sociali fin dalla loro adozione, ma anche con “l’uscita di scena”. Nel corso di circa 2 secoli pieni la lira italiana ha evidenziato molte emissioni famose, ma anche una molto più antica come un esemplare da 20 lire realizzato in rame, se si tratta di “quello giusto”. Quanto può valere questa moneta da 20 centesimi in rame?
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Il rame ha costituito fin da epoche antichissime un metallo estremamente importante in quasi tutti gli ambiti applicativi, ed ancora oggi pur non essendo propriamente un materiale che è inquadrato nel contesto economico come oro e argento, resta importantissimo sia “da solo” ma anche per la realizzazione di leghe. Duttile, sufficientemente resistente ed in grado di durare anche nel tempo, il rame è stato molto comune per le monete, in particolare tra il 19° ed il 20° secolo, per le emissioni comuni.
In Italia dalla metà dello scorso secolo non sono più state utilizzate le emissioni dei centesimii di lira, come le monete da 20 centesimi che a lungo sono state molto comuni, realizzate quasi sempre in lega di rame. Quasi tutte queste emissioni sono state ritratte con il volto del re di turno, e la maggior parte oggi ha un valore relativamente basso, che non supera qualche decina di euro. Tuttavia esiste una particolare tipologia di moneta da 20 centesimi di lira, concepita sempre in lega di rame, che può sostanzialmente arricchire il fortunato possessore, in quanto si tratta di un esemplare rarissimo.
Nei primi anni del Regno d’Italia il nostro paese ha emesso numerose emissioni anche di tipo diverso nello stesso periodo: è il caso dei 20 centesimi che sono stati sviluppati in due modelli distinti, quello “stemma” che è riconoscibile per il simbolo di casa Savoia, e la “Valore” che invece presenta il valore della moneta espresso in lettere. Su tutte e due le monete è presente il volto del primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II, che è presentato di profilo. I 20 centesimi dell’epoca (è il decennio 1860) sono stati ritirati, rifusi e risviluppati anche per non essere troppo simili ad altre monete dal valore diverso, così da rendere le monete più riconoscibili e complicare la vita ai falsari.
Particolarmente interessanti sono le monete “Valore”, ossia quelle con la scritta 20 centesimi di lira, che sono state coniate nel 1863 e nel 1867, sono tutte mediamente rare, in quanto valgono dai 100 ai 900 euro a seconda dello stato di conservazione, in quanto come detto molte sono state ritirate già al tempo e la loro lega di argento e rame è stata riutilizzata per altre monete. Ma la più rara di questa emissione è quella coniata a Torino che presenta la dicitura “BN” in basso capovolta, condizione palesata solo su pochissimi esemplari e che può valere da diverse migliaia di euro fino a circa 12 mila se presenta condizioni assolutamente perfette in ambito conservativo.