La storia della Filatelia, rispetto ad altri contesti, è molto precisa nella sua classificazione, ed anche per i primi sviluppi dei francobolli italiani si è dovuto attendere poco: a partire dalla metà dell’Ottocento in Italia sono state rese disponibili varie tipologie di francobolli, e con l’affermazione dei metodi di comunicazione, quelli da 10 lire hanno assunto una diffusione particolare. Alcuni pezzi possono valere cifre considerevoli, quali sono?
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I francobolli sono stati concepiti per assolvere una funzione tanto semplice quanto importante, ossia costituire una forma di tassa pagata in anticipo dal mittente nei confronti della corrispondenza postale di ogni tipo. Non essendoci una forma di affrancatura fissa, da quasi 200 anni le nazioni sviluppano numerosi tagli di francobolli dal valore diverso e statisticamente quelli da 10 lire hanno contraddistinto buona parte del 20° secolo, in Italia.
Classificarli tutti è quasi impossibile, però esistono ovviamente alcuni esmplari divenuti famosissimi per la loro rarità e valore storico, ma anche per il loro “peso” nell’ambito collezionistico che da sempre è molto di “nicchia”.
Non a caso, periodi particolarmente tumultuosi per il nostro paese hanno portato allo sviluppo di emissioni oggi rarissime: un esempio sono le emissioni sviluppate dalla Repubblica Sociale Italiana, detta anche Repubblica di Salò, un regime fondamentalmente legato alla Germania nazista sviluppato poco dopo l’arrivo delle Forze Alleate nel nostro paese, che portarono Benito Mussolini, oramai destituito a sviluppare una forma di stato “vassallo” della Germania, che ha avuto una vita corrispondente dal 1943 al 1945. Oggi le emissioni filateliche della Repubblica di Salò sono in molti casi un reperto storico, ma un francobollo da 10 lire sviluppato per forza di cose in ridotte quantità (era formalmente uno stato sotto la dipendenza di una dittatura straniera), può valere davvero molto.
E’ il caso del francobollo sviluppato dalla Repubblica Sociale con la figura dell’Italia Turrita, emessa in piccolissime quantità e che oggi vale mediamente tra i 100 euro se in buono stato, fino a 500 euro in eccellente stato, l’emissione è riconoscibile dalla colorazione bianca e viola.
Ancora di più può far guadagnare una emissione sempre della Repubblica Sociale Italiana, emessa sempre nel 1943 dal valore di 10 lire, contraddistinta dal Pegaso, il cavallo alato, di colore bianco disposto su una base di colore rosso vivo. Una serie usata ma ben tenuta, con tanto di timbro può valere da circa 350 euro fino a 1600 euro.