La questione legata al Canone Rai ed alla sua stessa esistenza tiene sicuramente banco da molti anni, da addirittura decenni in alcuni casi, trattandosi di una tematica a dir poco complessa nella sua gestione che è fondamentale per favorire l’apparato di gestione statale del servizio pubblico. Il Canone Rai è legato alla bolletta della luce, dal 2024 sarà ancora presente in questa formulazione?
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Poche cose sono così “italiane” come la “poca simpatia” che molti concittadini mantengono nei confronti del Canone Rai, una forma vera e propria di imposta che viene calcolata sulla base di una semplice considerazione, che è il possesso di almeno 1 apparecchio televisivo per nucleo familiare. Questo strumento, com’è ovviamente noto, nel corso del 20° secolo ha iniziato ad imporsi in modo considerevole in merito alle varie tipologie di utenza, ed è oggi uno dei più utilizzati in senso effettivo del termine, portando lo stato italiano fin da epoche piuttosto remote ad iniziare a sviluppare i programmi televisivi attraverso il servizio pubblico.
Addirittura in un epoca in cui la tv era ancora sia in bianco e nero oltre che a colori, esistevano due tipologie distinte di Canone Rai (che viene chiamato in questo modo in una maniera colloquiale in quanto è a tutti gli effetti una tassa, una imposta statale) concepite su costi diversi proprio a seconda del tipo di televisore in possesso, poi con la fine del Novecento la tassa è stata concepita e regolarizzata nonchè modificata più volte fino a diventare qualcosa di più semplice, attraverso il pagamento di un singolo bollettino. Dal 2016 il Canone Rai è divenuto parte del calcolo della corrente elettrica, in una forma rateizzata istituita dal Governo Renzi, che ha ridotto l’importo da poco più di 100 euro a 90 euro, dilazionado ossia rateizzando questa forma di importo per ogni mese presente in bolletta, in rate da 9 euro l’una.
Questa formula ha aumentato in modo considrevole le entrate per lo stato, in quanto ad ogni 90 euro, è lo Stato a sua volta a “tassare” di circa 14 euro il devoluto nei confronti del servizio pubblico. Ma è una formulazione che non è molto “appetita” e soprattutto non è sufficiente per finanziare il costo del servizio pubblico.
Per questo motivo dal 2024 con tutta probabilità il Canone Rai sparirà, almeno secondo le intenzioni evidenziate dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ha di fatto annunciato l’intenzione di mantenere il Canone Rai nella sua interessa ma legandolo ad altre forme di pagamento. Molti hanno ipotizzato che questo possa essere legato dal prossimo anno ad una tariffazione di servizi di telefonia mobile, oggi molto più diffusi rispetto ad altre utenze, condizione che potrebbe portare quindi ad ogni utenza familiare, un pagamento comunque minore, corrispondente a 3-5 euro al mese applicato al costo della tradizionale tariffa telefonica.
Si tratta per ora di una ipotesi comunque vagliata dall’esecutivo e diffusa anche attraverso vari media: la formulazione applicata ad una utenza di servizi energetici sarà comunque mantenuta avendo costituito dal 2016 la migliore forma, almeno per il momento, da parte dello stato per ottenere il calcolo della tassa televisiva.
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