La filatelia in Italia costituisce una nicchia di appassionati che risulta essere in grande aumento, anche perchè grazie al web, i collezionisti pronti ad accaparrarsi esemplari di francobolli più o meno rari sono aumentati, in quanto è divenuta più agevole la loro operazione di ricerca. Un francobollo italiano corrispondente in un taglio comune come quello da 5 centesimi di lira, utilizzato per alcune annate.
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Un singolo francobollo può valere anche migliaia di euro, pur essendo sostanzialmente qualcosa di stampato su carta gommata, e di piccole dimensioni, come per altri oggetti collezionabili è il contesto e la storia, oltre che il background di successo e “moda” che rende un pezzo filatelico ricercato, tenendo anche conto della rarità dell’esemplare.
In Italia il francobollo è arrivato concettualmente quasi subito, dopo la sua prima adozione corrispondente alla metà dell’Ottocento, in quanto l’utilità del francobollo che ha fatto anche nascere il concetto di affrancatura (legata al senso di franchigia, ossia una tassa pagata in anticipo dal mittente) che poi si è diffusa in tutto il mondo in pochissimi anni, e con l’affermazione del francobollo come oggetto utile, sono nate quasi da subito anche le prime tipologie di appassionati.
Il nostro paese ha sviluppato una grande quantità e varietà di emissioni, fin da prima dell’unificazione del paese, in quanto anche gli antichi stati pre unitari in pochi anni hanno iniziato a sviluppare emissioni cartacee di valore vario e diversificato così da essere effettivamente utile in ambito postale, condizione che ha agevolato parecchio il contesto della corrispondenza vera e propria, improntandola ad un concetto di modernità effettiva.
I primi francobolli italiani hanno iniziato ad esser stampati presso i vari stati che poi sono divenuti parte deel paese unificato; come intuibile, si tratta spesso di esemplari rarissimi e potenzialmente preziosi perchè tutti resi di fatto inutilizzabili con l’affermazione del Regno d’Italia: la lira come valuta era già impiegata in vari stati, ed è il caso del ducato di parma, formalmente indipente fino a pochi anni dell’unificazione d’Italia. Una delle forme di francobolli più ambite e sicuramente “sentite” dai collezionisti riguarda la serie del 1859, corrispondente ad una serie di 5 francobolli dalla struttura simile ma dal colore diverso, recante la scritta “Stati Parmensi” ed il valore scritto poco sotto. Dotati tutti di una cornice interna di forma ottagonale questi pezzi sono rarissimi perchè fanno parte di un contesto storico a dir poco tumultuoso, corrispondente all’istituizione di un governo provvisorio, che poi porterà alla corrispondente affermazione di stato inglobato al Regno d’Italia.
La singola collezione di 5 francobolli emessi dal ducato di Parma in quel periodo è quasi introvabile e vale tantissimo, diverse decine di migliaia di euro, essendo un vero reeperto storico, ma anche un esemplare singolo come quello da 5 centesimi di lira, riconoscibile dal colore verde può avere un valore molto alto: un collezionista ha ottenuto ben 7500 euro di guadagno a seguito di una vendita, per un pezzo “come nuovo”.
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