La lira ha lasciato ricordi indelebili per parecchie generazioni di italiani, sia in modo indiretto che diretto, in quanto le varie emissioni sia cartacee che monetarie sono tradizionalmente legate a contesti passati. Ma anche di tipo indiretto i ricordi legati ad emissioni come la banconota da 100 mila lire possono portare oggi a guadagni importanti.
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Nell’immaginario comune infatti la 100 mila lire identifica una banconota dall’elevato potere d’acquisto nell’epoca in cui è stata attiva, ossia nella seconda metà del secolo scorso, anche se quasi tutti ricordano prevalentemente una singola tipologia, riconoscibile dal volto di Michelangelo Merisi, uno dei principali nomi del ricco compendio artistico e culturale che hanno condizionato il Rinascimento, quindi a cavallo tra il XIV ed il XV secolo. Personalità “fumantina”, Michelangelo è stato autore di uno stile molto realistico per i propri dipinti che solo dopo diversi secoli dopo la sua prematura scomparsa hanno portato ad una vera e propria rivalutazione da parte dei critici.
E’ stata stampata e diffusa a partire dal 1983 fino al 1993 nella prima serie, e dal 1994 al 1998 per la seconda serie che differisce principalmente per colori più accesi e qualche piccola differenza costruttiva nell’ambito della carta filigranata. Emissione che ai tempi aveva un ottimo valore e potere d’acquisto, per anni è stata la banconota dalla potenzialità più importanti della lira cartacea del periodo, sovrastata solo seppur molto parzialmente dalla 500 mila lire con Raffaello, che però è stata impiegata per un lasso di tempo molto ristretto.
Negli anni 80 i governi decisero di rinnovare le proprie banconote così da rallentare almeno in parte l’inflazione che era divenuta quasi insostenibile, superando addirittura il 20 %.
Sul fronte è visibile oltre al volto di Michelangelo Merisi una parte del dipinto Buona ventura mentre sull’altro lato è presente una sezione del famoso dipinto Canestra di frutta. Ma quanto vale questa banconota?
Come per altri pezzi della storia italiana dipende dal seriale, che identifica la rarità: anche la 100 mila lire viene suddivisa tra versioni ordinarie e sostitutive, con le seconde che sono riconoscibili dalla presenza della lettera X all’inizio del seriale. Queste sono più rare delle altre, ma la valutazione è molto aperta e diversificata a seconda del contesto di condizione fisica, ovviamente meglio si trova una 100 mila lire come stato di conservazione più alto sarà l’importo di vendita.
Le Ordinarie possono valere da 12 euro fino a 150 euro, le sostitutive possono valere decisamente di più dal 25 euro della prima serie (che è riconoscibile per i colori più “smorti” rispetto alla seconda, ed è più rara) fino a 350 euro.