Così come quella dell’oro, anche la quotazione dell’argento è molto variabile, dato che dipende molto dal suo andamento in borsa. Il suo valore viene calcolato anche in base alla qualità del materiale utilizzato.
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L’argento è un metallo bianco che viene fuso a 961,8 °C. Veniva prima usato per la sua conducibilità elettrica e termica, per poi essere utilizzato anche per gioielli e accessori. Inoltre, viene anche usato in settori come quello fotografico, industriale e quello monetario.
È valutato in base alla sua purezza ovvero alla quantità di argento presente in un determinato oggetto, infatti esso, viene spesso mescolato con altri metalli ed è proprio la loro proporzione che va a definire il valore dell’argento stesso. Quantità maggiori quindi significa che il gioiello è di una qualità maggiore rispetto ad un altro che ne ha una quantità minore al suo interno. Per capire quali la percentuale di argento in esso, possiamo cercare la sigla e il numero che sono sempre riportati su di esso. Infatti, ne esistono di vari tipi, come ad esempio l’argento 800 che va ad indicare che su 1000 parte, 800 sono argento, quindi un rapporto di 8:10 tra argento e altri metalli leganti. Viene spesso usato per l’argenteria o anche per accessori per la casa.
Abbiamo poi il più comune, ovvero quello 925, il quale ha una percentuale minima di questo metallo del 92.5% e perciò definito Sterling Silver e viene usato per gioielli o ad esempio posate abbastanza pregiate. Per finire, abbiamo anche quello 999, ovvero quello puro che solitamente è usato per i lingotti.
Se andiamo a guardare i grafici che riportano le oscillazioni della quotazione dell’argento, possiamo notare che negli ultimi anni ci sono stati moltissimi aumenti del valore di questo metallo. Ciò potrebbe portare molte persone a decidere di vendere il proprio usato, per guadagnare dei soldi o semplicemente per acquistare qualcosa di nuovo. Ovviamente, queste quotazioni continueranno a cambiare di giorno in giorno, ma in ogni caso, si tratta comunque di variazioni molto piccole, sia in negativo che in positivo. Quindi quando si decide di vendere il proprio argento e non si vuole essere truffati, è sempre meglio informarsi e guardare il valore, aspettando anche il momento giusto. Quando si vende una cosa, che sia oro, argento o qualsiasi altro metallo è importante essere consapevoli di ciò che accade sul mercato. In questo momento, è sicuramente ottimo venderlo dato che ci si potrebbe guadagnare anche una bella cifra, grazie all’ottima quotazione del periodo.
Come abbiamo detto prima, il più diffuso è sicuramente quello 925, con cui vengono realizzati moltissimi gioielli come bracciali, collane, anelli ciondoli, orecchini o anche degli orologi. Ad oggi, questo tipo di materiale usato può valere dai 0.50 ai 0.60 euro al grammo, una cifra abbastanza alta al momento. Ovviamente, questi valori, anche se di poco, variano in base al giorno, ma anche in base a dove lo si va a vendere, in ogni caso è meglio informarsi prima e venderlo a persone di fiducia, così da guadagnare il massimo possibile.
Anche se non molto conosciuta, la banconota da 1 Lira è uno dei tagli circolati in Italia dal 1893 al 1944 della lira italiana. Queste banconote furono emesse dal Ministero del tesoro dato che mancavano molte monete d’argento, le quali furono sottratte alla circolazione e tesaurizzate. Durante il Regno d’Italia tali banconote erano di piccolo taglio e stampate dall’Officina Carte Valori di Torino
Le prime lire furono stampate sotto il regno di Umberto I, di colore verde e rosso sul dritto e blu-grigio sul rovescio. Sul dritto possiamo notare di varie grande la scritta ” Buono di cassa a corso legale da una lira”. A destra di ciò il ritratto di Umberto I di profilo rivolto a destra, in un ovale ment non in altro troviamo il numero di serie e in basso le firme del Cassiere Speciale Dell’Ara e del Delegato della Corte dei Conti Righetti.
Per quanto riguarda il retro invece, possiamo notare due cerchi intervallati da un ovale. Nel primo troviamo la cifra 1 mentre nell’ovale lo stemma dei Savoia con in alto il decreto legge.
La filigrana è a 4 o 5 linee orizzontali a sinusoide, che però non erano presenti nelle prime due serie del 15 settembre 1893 e del 18 gennaio 1894. Di queste ne furono stampate 7 serie con una tiratura di 1.000.000 di pezzi ognuna. Dato che si tratta di banconote molto rare in questo caso, si può arrivare a guadagnare anche più di 1400 euro, se ovviamente, è stata conservata in ottime condizioni. In caso contrario, il prezzo si può abbassare anche di molto.
Durante il regno di Vittorio Emanuele III invece, furono emesse dal dal 2 settembre 1914 al 10 luglio 1921. Non cambiano di molto rispetto a quelle emesse negli anni precedenti. A cambiare è il colore, che in questo caso le troviamo lilla e rosse sul diritto ed arancio sul rovescio. Anche nell’ovale del diritto cambia la figura, infatti possiamo notare il il profilo di Vittorio Emanuele III rivolto verso sinistra.
Sul retro è stato aggiunto 1 anche nell’altro cerchio mentre le firme non cambiamo. La filigrana è assente in tutte le emissioni e la terza è una serie speciale in onore dell’esercito conosciuta quindi come come Armata Diaz. Anche in questo caso, la rarità dei pezzi è importante e varia a seconda della serie. Quelle in ottimo stato, possono arrivare a valere anche 2000 €, ma anche in questo caso, se la banconota è in cattive condizioni il suo prezzo scende anche se è definita rara.