II contesto monetario è naturalmente legato al collezionismo anche per una semplice questione legata alla valuta in senso stretto: monete e banconote fanno parte della cultura umana da tempi immeori e proprio la moneta simbolicamente e fisicamente parlando risulta essere qualcosa di concepito fin dal millenni come fondamentale in qualsiasi contesto sociale. Ma la moneta è anche qualcosa di potenzialmente rilevante dal punto di vista storico, come la seguente versione rara che è stata battuta all’asta per una cifra superiore a 30 mila euro.
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Si tratta di un’emissione italiana: il nostro paese ha fatto ricorso alla lira per circa due secoli “abbracciando” un contesto estremamente ricco e diversificato di cambiamenti sociali, politici ed economici che si sono anch evidenziati dalle monete.
Il nostro paese è stato unificato attraverso il processo che ha portato l’Unità d’Italia a partire dalla metà del 19° secoloe ed ha trovato buona parte della propria forma nel 1861, anno di proclamazione del Regno d’Italia, e una delle monete più rare del tempo è indubbiamente la 5 Lire Vittorio Emanuele II Unità d’Italia, coniata nel 1861, coniata in lega d’argento, e sviluppata unicamente in questo anno così importante per il nostro paese. Nelle prime fasi di “assestamento” del regno d’Italia, che è durato fino alla fine della seconda guerra mondiale tra varie vicissitudini, fino a diventare una repubblica a partire dal 1946, con lo sviluppo della Costituzione tutt’ora in vigore.
E’ ovviamente ritratto Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia (il precedenza re del Regno di Sardegna), raffigurazione che poi è stata utilizzata come da tradizione in quasi tutte le emissioni monarchiche durante il regno d’Italia. Intorno alla testa del sovrano, sviluppato di profilo in un busto, è presente la scritta VITTORIO EMANUELE II • RE D’ITALIA, mentre l’altra estremità dell’emissione evidenzia uno stemma sabaudo (ossia di casa Savoia, la famiglia reale) con tanto di scudo coronato, la dicitura Cinque Lire italiane riportate in alto, il mese e l’anno di coniatura oltre alla scritta Firenze, essndo questa moneta stata coniata esclusivamente nell’attuale capoluogo toscano. Anche per questo viene considerata una moneta estremamente rara e dal rilevante valore collezionistico, non a caso diversi esemplari di monete simili sono presenti effettivamente in musei o collezioni private, in quanto in queste prime fasi del periodo unificato del nostro paese le emissioni erano spesso coniate in quantità non così elevate.
Trovare una moneta del genere può far guadagnare migliaia di euro ma molto dipende dalle condizioni di conservazione che in un esemplare che ha oramai quasi due secoli di vita viene considerato molto importante. Un pezzo di questo tipo in buono stato vale tra i 3000 ed i 6000 euro ma il valore massimo corrisponde tra i 20 mila ed i 25 mila euro. Diversi anni fa un collezionista è riuscito a guadagnare oltre 30 mila euro, essendo dotato di un esemplare di questo tipo in eccellente stato di conservazione, praticamente come nuovo, valutazione ottenuta dopo un riconoscimento numismatico e dopo aver portato il proprio pezzo a venir venduto all’asta.