Poche valute mantengono intatto o quasi il fascino storico che ha avuto la lira in circa 2 secoli di attività e quindi di storia: i più grandicelli ricorderanno sicuramente le numerose forme di moneta che hanno costituito buona parte delle emissioni italiane a partire dall’Ottocento, fino ai primi anni del 21° secolo. Tra queste, anche la 20 lire con il ramo di Quercia, che in alcune emissioni come quelle del 1974 possono rivelarsi estremamente rare e preziose.
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Anche la 20 lire così come altre forme di taglio monetario, è stata disposta a numerosi cambiamenti con il secondo dopoguerra: in precedenza era una valuta dalle notevoli proprietà d’acquisto, ma con l’istituizione della Repubblica e con la riorganizzazione della lira, ha portato ad emissioni completamente nuove, ed anche la 20 lire è divenuta una moneta dal valore non così ridotto ma da “tutti i giorni”, utilizzabile per le spese tradizionali. La storia della 20 lire post seconda guerra mondiale è particolare: è stata dapprima sviluppata negli anni 50 poi la produzione è stata interrotta per riprendere anni dopo, con alcune modifiche strutturali, gli esemplari del 1956 sono stati tutti fusi dopo che la zecca ha chiesto il ritiro di tutti i pezzi in questione (non ci sono motivazioni ufficiali in merito a questa decisione) e il metallo sviluppato è stato successivamente riutilizzato, queste emissioni oggi non esistono più se non in particolari esemplari che fanno parte del museo della Zecca.
La 20 lire Quercia si chiama così proprio per il ramo di quercia presente sulla parte frontale della moneta, mentre l’altro lato è contrassegnato da un profilo femminile di tipo classico, riportato come volto, di profilo, con le diciture della Repubblica italiana. E’ stata una emissione molto comune, dall’aspetto dorato conferita dalla lega metallica basata sul bronzo nota come Bronzital, utilizzata anche per le 200 lire e per la parte interna delle 500 lire bimetalliche. Non si tratta di una emissione rara quindi, anche se la vera diffusione è stata tale solo fino agli anni 90. In anni successivi la maggior parte della cittadinanza non ha concepito come “utile” sfruttare emissioni di questo tipo, con l’inflazione che ha ridotto progressivamente il potere d’acquisto della lira.
Una emissione del 1974 è considerabile “non rara” e vale pochi euro (da 2 a 10) ma esistono alcuni esemplari particolari, chiamati in Lega Bianca che hanno un aspetto meno dorato, più tendente all’argenteo, e la particolarità è legata alla loro origine: sono infatti esemplari non concepiti per la circolazione ma solo come (probabili) monete per gli impiegati per la zecca. In teoria quindi, legalmente parlando, si tratta di emissioni non considerabili numerate, addirittura illegali nel loro possesso perchè non sono state concepite come denaro spendibile ai tempi proprio perchè reca un tipo di lega diversa.
Un esemplare in buono stato può valere fino a 250 euro, ma alcuni sono stati messi in vendita in contesti “meno trasparenti” anche per cifre vicine ai 1000 euro presso collezionisti particolarmente incentrati sulla storia di questa particolare emissione.