Le monete rare sono quasi sempre associate ad esemplari dal valore sensibilmente elevato, pezzi “preziosi” che sono appannaggio almeno nell’immaginario collettivo a pochissimi. Ma a ben vedere anche esemplari come le vecchie 5 lire con il Delfino. Quanto possono valere?
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Le 5 lire più famose sono probabilmente le Delfino, non a caso costituiscono uno degli esemplari di moneta italiana dal maggior successo in termini di diffusione ma anche applicazione effettiva del 20° secolo ma anche in senso ampio, analizzando l’intera storia della valuta nostrana che parte da lontano.
Se le 5 lire antecedenti alla Delfino erano generalmente sviluppate per avere un importante potere d’acquisto, le 5 lire post seconda guerra mondiale sono più semplicemente state coniate in lega di allumminio, nella fattispecie in Italma nome derivato da Italiano Alluminio Magnesio, essendo la lega composta proprio da alluminio, magnesio e manganese.
Sono state coniate in circa 2 miliardi di esemplari per quasi mezzo secolo, dal 1951 al 2000, seppur la massima diffusione è stata palesata tra gli anni 60 fino agl anni 80.
Le 5 lire con il Delfino costituiscono monete dalle dimensioni medio piccole per la media del periodo, emissione praticamente “marittima” in quanto da una parte è presente il delfino in bella vista con tanto di coda piegata, simbolo della zecca (una R) e valore nominale, dall’altra un timone marittimo, strumento che serve per direzionare la navigazione, oltre alla firma dell’incisore e l’anno di sviluppo.
Quasi tutte le monete non hanno un alto valore in fase collezionistica, trattandosi per l’appunto di emissioni molto diffuse, ancora oggi facilmente reperibili in vecchi mobili, solai e abiti abbandonati, esistono però annate in cui la tiratura è stata molto più risicata, ad esempio nel 1956, anno in cui ufficialmente la zecca di Stato ha sviluppato 400 mila esemplari, “quasi niente” rispetto ad altre annate.
Ciò si ripercuote sul valore: un pezzo da 5 lire con il delfino del 1956 ha così un valore compreso tra i 30 euro (buono stato), fino ad oltre 2000 per uno in eccellente stato, ma pezzi in Fior di Conio possono valere anche fino a 3500 euro.
Altri esemplari interessanti sono quelli muniti di errori di conio, che aumentano l’unicità di un esemplare come alcuni esemplari datati 1969, che presentano il primo “1” dell’anno 1969 capovolto, fattore che influenza ovviamente la rarità e che porta un pezzo di questo tipo a valere da 10 euro fino a 100 euro a seconda delle condizioni.