Occhio al prezzo di benzina e gasolio: ecco cosa potrebbe succedere a breve

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I vari eventi che provengono da varie nazioni in condizioni sociopolitiche non così floride possono condizionare il prezzo di benzina e gasolio: con il recente riaffiorarsi del conflitto israelo-palestinese, anche il prezzo dei carburanti comuni potrebbe effettivamente subire dei rincari. Cosa dobbiamo aspettarci nel corso delle prossime settimane e mesi?

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Con l’inizio del conflitto in Ucraina oramai circa un anno e mezzo fa, è risultato evidente l’impatto che in primis le cosiddette “economie di guerra” possono avere nel corso dell’ambito delle risorse più ambite, generalmente i prodotti raffinati derivati dal petrolio, chiaramente benzina e gasolio sono naturalmente quelle più conosciute ma sono solo alcune delle risorse ricavate da questo importante materiale di origine fossile. Questo soprattutto perchè, non a caso, le nazioni che hanno le risorse come quella appena menzionata si trovano al centro di dissidi politici e sociali: il conflitto in Ucraina ha portato un notevole aumento dei derivati del petrolio come il gasolio, che non a caso, in nazioni come l’Italia e la Germania hanno causato un aumento dei prezzi molto radicato e percepibile anche nel corso di varie settimane, proprio perchè con la politica economica di riduzione del commercio nei confronti della Russia, uno dei principali esporatatori di questo bene, il costo ha subito netti aumenti.

La condizione legata al prezzo di benzina e gasolio non è particoalrmente diminuito con l’apertura di nuovi canali commerciali da parte delle nazioni europee, e a lungo abbiamo assistito fin dall’estate appena passata a valutazioni di benzina che hanno più volte superato i 2 euro al litro. Il conflitto israelo-palestinese, nuovamente affiorato dopo molti anni, con l’attacco delle forze di Hamas che hanno invaso il territorio israeliano attraverso la striscia di Gaza, i costi hanno nuovamente iniziato a lievitare, sia per il concreto e conclamato caos scaturito di tipo socio politico data la posizione particolare di Israele, ma anche in virtù dell’importante condizione che molte nazioni che circondano il paese al momento prodigato a difendersi, il timore di nuovi aumenti che possono poi ripercuotersi quasi da subito sul costo delle materie prime in questione è alto.

Il nuovo capitolo del conflitto israelo palestinese avrà effetti sul costo di benzina e gasolio?

La valutazione del greggio attualmente è fortunatamente per gli europei al ribasso, circa 80 dollari a barile ma già nel weekend successivo all’attacco di Hamas i costi sono sensibilmente aumentati, a questo punto, ma lo scenario molto dipenderà da cosa accadrà nei prossimi mesi. Tra le nazioni che hanno evitato per ora di scheirarsi troppo distintamente con le forze di Hamas ci sono nazioni che sono naturalmente esportatrici di derivati del petrolio come l’Arabia Saudita e l’Iran, da molti anni costretto a subire sanzioni per diverse politiche commerciali ed umanitarie, da parte delle forze occidentali, Stati Uniti in testa.

Molto dipenderà quindi dalla decisione che decideranno di prendere questi paesi nei confronti delle nazioni con le quale hanno rapporti commerciali: non è scontato che il prezzo di gasolio e benzina possa sensibilmente aumentare ma anche non subire aumenti così importanti, come palesato dalla più volte menzionata guerra in Ucraina, proprio perchè non coinvolge in maniera diretta un paese esportatore di risorse, che non è interpretato come nazione basato sull’economia estrattiva.

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