Le banconote italiane oggi sono assolutamente quasi tutte molto riconoscibili “famose” in tantissimi casi, perchè spesso legati a contesti estremamente conosciuti. Anche se per molti può sembrare strano, sono esistite anche delle forme di banconota da 1 lira, concepite durante il regno d’Italia, quindi nel periodo che ha anticipato la fine della seconda guerra mondiale. Ma quanto valgono?
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Si tratta di esemplari di carta moneta che hanno una storia particolare, spesso considerata molto interessante dal punto di vista storico, perchè la storia della carta moneta in Italia ha avuto un percorso non semplice, iniziando ad essere stata diffusa e comune a partire dalla fine del 19° secolo ma mai in maniera così realmente comune come in periodi più storicamente vicini a quelli attuali. Insomma storicamente la moneta italiana ha fatto ricorso alle banconote solo a partire da un certo periodo in poi. E’ il caso della banconota da 1 lira, diffusa dal 1888, sotto il Regno di Umberto I e poi dal regno successivo, di Vittorio Emanuele III per diverse decadi, durante il periodo fascista (il ventennio, durato dai primi anni 20 fino alla seconda guerra mondiale) queste banconote hanno trovato una differenziazione anche estetica.
Originariamente le banconote da 1 lira erano state concepite per prendere il posto dal punto di vista del valore delle emissioni in argento delle monete italiane, oramai di difficile sviluppo a causa di una scarsità di metalli preziosi, e quasi sempre la loro funzione era quell di buono di cassa: le prime versioni recavano proprio il volto di Umberto I disposto di lato, con visibili gli stemmi e le diciture di casa Savoia.
La diffusione di questi piccoli pezzi di carta moneta, mai del tutto “integrata” nel sistema italiano, è stata modesta e questo porta un esemplare a valere mediamente dai 150 euro se in buono stato fino ad oltre 1400 euro se in condizioni praticamente nuove, mai utilizzate, ma anche sotto il regno di Vittorio Emaunuele III gli esemplari furono comunque moderatamente diffusi dal 1914 fino al 1921, mantenendo praticamente intatto il modello estetico, come si evince dalla figura in questo caso un esemplare di banconota da 1 lira può avere un valore ancora più variabile, corrispondente a circa 30 euro per un esemplare usato ma “sano” fino a 2000 euro per quelli tenuti in fior di stampa, quindi il corrispettivo di una piccola vacanza.
Durante il periodo fascista la produzione di banconote da 1 lira fu sospeso eccezion fatta per una singola serie “ripresa” nel 1939, mentre nel periodo Luogotenenza, ossia quello dalla caduta del Fascismo fino all’occupazione Alleata furono sviluppate altre banconote, concepite in un modello simile a quello menzionato di Umberto e Vittorio Emanuele III, con al loro posto una raffigurazione dell’Italia Laureata rivolta verso sinistra, la scritta cita Biglietto di stato a corso legale. In questo caso il valore è meno importante, corrispondente ad una “forbice” tra i 15 euro ed i 350 euro a seconda delle condizioni.