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Lo sport è fonte di grandi emozioni fin da tempi antichissimi, dominato da valori molto importanti in passato come nel presente, e rappresentazioni come i giochi olimpici, in particolare quando questi vengono organizzati nella propria nazione. Nel 2006 Torino ha ospitato i giochi olimpici invernali, e per l’occasione è stata creata una particolare moneta da 2 euro per l’occasione.
I 2 euro commemorativi non sono una novità, e da quasi vent’anni costituiscono uno standard vero e proprio per molte nazioni. Anche se strutturalmente hanno lo stesso valore facciale di qualsiasi emissione da 2 euro, ogni nazione ha la possibilità di svilupparne in anni specifici, delle tipologie particolari, e proprio l’Italia risulta essere fin dal 2004, anno di prima adozione di questa forma di emissione “speciale”, una delle realtà maggiormente prolifiche da questo punto di vista, in quanto proprio dal 2004 in poi almeno una emissione commemorativa di tale valore è stata emessa, quasi sempre per celebrare personaggi, eventi rilevanti o occasioni particolari, proprio come i 2 euro dei Giochi Invernali di Torino 2006, che hanno visto il capoluogo piemontese ospitare un grande numero di eventi relativi.
Da una parte è presente la tradizionale raffigurazione da 2 euro con i paesi europei ed il valore nominale, ma è l’altra superficie ad essere globalmente più interessante e percepita come identitaria dell’evento: è infatti riconoscibile la Mole Antonelliana, simbolo della città di Torino con alla base per l’appunto la scritta TORINO, il monogramma della Repubblica Italiana e la figura di uno sciatore, durante la propria attività, sul lato destro dell’emissione.
Non è una emissione rara, in quanto coniata in circa 40 milioni di esemplari, con forte impronta di diffusione anche dato il tipo di evento, per questo una moneta non può ragionevolmente valere più di 5-6 euro in condizioni pur buone. Sui vari siti di aste online sono presenti parecchi portali che effettivamente hanno questa moneta in una edizione da collezione con tanto di blister oppure in una coincard, ossia una sorta di tessera contenente l’emissione, che aveva un valore originale tra i 20 ed i 30 euro secondo il portale della Zecca di Stato.
Oggi diversi di questi esemplarai (non la singola moneta, quindi, che ha come detto un valore di poco superiore a quello nominale) contenuta in uno di questi “kit” da collezione può essere venduta senza problemi a cifre da 40 fino a 100 euro a seconda dell’acquirente.
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