Se risparmiare denaro per le classi meno abbienti costituisce una forma di desiderio se non addirittura un lusso, per la maggior parte della popolazione italiana, unitamente a quella che oggi corrisponde alla popolazione europea generalizzata, identifica un vero e proprio bisogno, “risolto” con strumenti come il buono postale, diffuso da oltre 100 anni in Italia, inizialmente disposto in lire. I buoni postali d’epoca in alcuni casi sono oggetti d’epoca che possono valere cifre decisamente interesanti.
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Sostanzialmente il buono postale è una forma di obbligazione che tende a generare denaro attraverso gli interessi accumulati nel proprio periodo di utilizzo, costituendo una possibilità alla portata di tutti di sviluppare un guadagno progressivo senza fare ricorso ad uno strumento bancario, oggi come in passato.
Non è difficile trovare vecchi libretti postali concepiti idealmente molto tempo addietro come forma di documento in quanto fino a non troppi anni fa il buono era effettivamente costituito da una forma unica cartacea mentre oggi è anche possibile utilizzarli in forma digitalizzata, quindi corrispondente ad una utilizzabilità senza forma fisica. Questi documenti sono infatti spesso conservati in vecchie abitazioni, nei solai ma anche nei cassetti e presentano la particolare peculiarità di presentare ogni “movimento” firmato ed autorizzato dalle Poste Italiane ad ogni ” visita ” del titolare che magari nel corso del tempo ha aggiunto fondi oppure ha effettuato qualsiasi altra operazione specifica, non a caso si tratta di oggetti a forma di “elenco” anche perchè ogni buono postale oggi come allora presenta una forma di scadenza ossia un periodo di tempo di attività, oltre il quale il buono smette di generare un guadagno progressivo, calcolato in percentuale a seconda del buono.
Questo porta nella maggior parte dei casi i vecchi buoni postali a non essere globalmente interessanti o utili per guadagnare denaro se si fa riferimento al loro “contenuto”, diversa la situazione se si riesce a trovare un buono postale effettivamente interessante dal punto di vista dell’aspetto storico. Del resto ogni forma di documento di stampo economico o finanziario diventa qualcosa di potenzialmente collezionistico se viene disposto ad un utilizzo vero e proprio da parte dei loro possessori.
Per stabilire il valore di un buono postale bisogna agire in modo simile a qualsiasi altro oggetto di valore riusciendo a concepire il grado di rarità ma anche le condizioni dell’esemplare, con un buono postale che magari è stato emesso durante un periodo storico particolarmente importante, ad esempio la prima o la seconda guerra mondiale, se risultano evidenti dettagli come le firme, il valore può essere anche corrispondente a centinaia di euro.
Un libretto postale perfettamente conservato ed in grado di essere comprensibile in tutti i dettagli, è qualcosa di raro, anche se bisogna ovviamente trovare l’acquirente giusto che magari è già un collezionista: un libretto di questo tipo è stato venduto per circa 2500 euro attraverso un’asta, in quanto era stato concepito durante la caduta del fascismo ed è quindi anche una forma di reperto storico vero e proprio.
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