Le vecchie lire fanno parte del “tessuto sociale” come poche altre cose, nel nostro paese il ricordo della vecchia valuta è ancora molto “vivo” e presente in modo decisamente presente nell’immaginario collettivo, non solo perchè sono state molto utilizzate, ma anche perchè spesso raccontano “storie” importanti. Un esempio sono le vecchie lire degli anni 50, come quelle del 1954, che possono valere cifre estremamente alte.
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La lira italiana ha cambiato aspetto, valore e forma molte volte prima di raggiungere la forma e l’aspetto nelle varie emissioni delle ultime decadi del Novecento, e proprio negli anni 50 e 60 sono state coniate molte emissioni che poi sono state mantenute e molto utilizzate fino alla dismissione della valuta nel 2002. Un esempio sono le 50 e le 100 lire, rispettivamente riconoscibili dalla presenza di Vulcano e Minerva, due figure mitologiche dell’epoca romana che erano a loro volta delle versioni “latine” delle divinità di Efesto e Atena. Queste sono ancora oggi molto comuni tra i collezionisti e proprio il 1954 è stato un anno particolarmente importante, sia per il nostro paese in generale, così come per la monetazione. Tantissime valute iniziali corrispondenti all’immediato secondo dopoguerra, quindi dal 1946 ai primi anni 50 hanno avuto “vita breve” mentre dall’inizio del “boom economico”, periodo storico che è iniziato con l’assestamento dell’economia e con il ritorno ai consumi (tra gli anni 50 e 60) anche le monete sono state modificate: la 50 lire infatti risale proprio a quel periodo, e proprio il 1954 è stato un anno da tenere d’occhio per il collezionisti, in quanto non solo simbolicamente molto importante, è stato il periodo iniziale di “nascita” di diverse emissioni molto utilizzate poi negli anni successivi.
Prima di trovare la definita forma estetica di Vulcano, sviluppato di spalle mentre lavora all’incudine, questa emissione ha visto numerosi esemplari di “prova” coniati dalla Zecca italiana dal 1950 al 1954, che si differenziavano poi dalla forma scelta verso la metà del 1954, basta pensare al concetto di moneta che è iniziato a prendere forma nel 1950: uno dei primi “prototipi” di moneta di questo tipo è stato il modello “incudine”, chiamato anche “progetto”, decisamente diverso dall’esemplare conosciuto poi successivamente in quanto il dio Vulcano non è presente, al suo posto un disegno di un’incudine su un cippo, con il valore di L 50 disposto ai lati. Sull’altro lato della moneta è presente la testa femminile che poi sarà mantenuta nel modello finale: questo è sicuramente l’esemplare più raro in assoluto di queste vecchie lire, in quanto la Zecca ai tempi ne ha coniati pochissimi esemplari, ed il valore può superare senza problemi i 20 mila euro, visto anche il valore storico. Diversi anni fa un “pezzo” è stato venduto all’equivalente di circa 50 milioni di lire, ossia circa 24 mila euro odierni.
Nel 1954 sono state sviluppate anche altre emissioni di prova, come il modello che è quasi identico alla 50 lire “normale” coniata poi fino al 1989, utilizzata fiino al 2002. La 1954 lire “Prova”, che presenta già il dio Vulcano nella celebre raffigurazione, è identica a qualsisi altra emissione di tale valore, eccezion fatta per la scritta Prova sul lato sinistro, sempre dove è presente Vulcano. Un esemplare in ottimo stato vale circa 6000 euro, ma se la scritta prova non è presente, il valore sale fino a 8000 euro, anche se è necessario avere un esemplare in stato perfetto di conservazione, ossia il Fior di Conio che è pari alla coniatura appena sviluppata.
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