Il mutuo corrisponde da molto tempo l’unico metodo per molti di acquisire la proprietà di una casa senza utilizzare direttamente il per forza di cose l’ingente importo che corrisponde al costo totale dell’operazione di acquisto. L’importo identifica ovviamente la cifra opportunamente rateizzata lungo il periodo da “scontare”, al quale vanno aggiunti i tassi, ossia sostanzialmente gli “interessi” da legare alla singola rata, che sono variabili, con previsioni per il 2023 e 2024 abbastanza pessimistiche.
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I tassi in Europa, o almeno nelle nazioni che fanno parte dell’Unione Europea non costituiscono qualcosa di fisso, indifferentemente dalla tipologia, anche per i mutui a tasso fisso. Il mutuo è strutturalmente una forma di prestito con dei tassi specifici programmati fin dal principio ma trattandosi di contesti finanziari che sono soggetti alle varie forme di decisioni portate avanti dapprima dagli istituti di credito, il tasso può modificarsi anche di molto nell’importo da pagare a cadenza regolare.
Ma perchè i mutui aumentano? Esistono delle forme di azioni che nel caso europeo è la BCE a portare avanti ad esempio con l’aumento dell’inflazione, che è un fenomeno semplice strutturalmente parlando ma che indica una forma di fenomeni che spesso sono difficili da arginare: l’inflazione fa perdere il potere d’acquisto di una specifica valuta, e tra le metodologie più comuni per ridurre in termini ampi almeno momentaneamente l’inflazione c’è proprio il rialzo momentaneo dei tassi, con l’effetto naturale di far pagare di più anche importi molto importanti, ai singoli cittadini che pagano il mutuo.
Questo è stato già evidenziato lo scorso anno, ma proprio in questi giorni il contesto politico dell’UE ha portato a prendere decisioni anche poco popolari se non proprio criticate per motivazioni legate proprio al mantenimento economico, e già nelle scorse mensilità è stato evidenziato un netto aumento dei costi che però è andato riducendosi nel corso della prima metà del 2023, ma che a seguito di una delle decisioni dell’ultimo summit tra le figure influenti della BCE, potrebbe portare ad un incremento molto importante, pari a circa 25 punti percentuali per la fine del 2023 e con l’inizio del 2024, anche se ad oggi è difficile stabilire una forma precisa di previsioni con tutto l’inverno ancora da concretizzarsi.
Attualmente infatti i mutui a tasso variabile, che costituiscono la maggior parte di quelli emessi e portati avanti in quanto quelli più “alla portata” della vasta cittadinanza presenzano una rata media pari a circa 450 euro, che però potrebbe arrivare fino ad un aumento di oltre 300 euro, quasi raddoppiando, da percentuali attuali dei tassi radicate 4,50 % fino a 4,75 %. Le decisioni della BCE non sono ancora prese, ma nel prossimo ottobre ed alla fine dell’anno la situazione sarà più chiara, inciderà sicuramente la situazione energetica internazionale, con in prospettiva in caso di nuovi picchi di inflazione anche di raggiungere il 5 % nel 2024, anche se questa condizione è ovviamente poco “gradita” dalla stessa BCE che dovrà muoversi in modo decisamente in un campo delicato nelle prossime mensilità.