Con la nascita del francobollo, oramai stimabile a più di un secolo e mezzo fa, sono anche state concepite tutte quelle tipologie di meccanismi e nomenclature varie che fanno oramai parte dell’immaginario comune come forma colloquiale. E spesso i francobolli, anche quelli timbrati, possono raccontare una storia particolare, essendo dei comuni oggetti collezionistici. Ma quanto può valere un francobollo timbrato?
No feed items found.
Il francobollo esiste dal 1840, anno in cui è stato concepita la prima forma di affrancatura comune, sotto forma di un oggetto di carta gommata, inizialmente non munito della tradizionale dentellatura, da parte della Corona Britannica ed il proprio servizio postale, il Penny Black. Attraverso questa prima forma di esemplare è stato concepita anche la prima forma di timbro, che in molti casi risulta essere significativo dell’ambito dell’operazione, ad esempio esistono i tradizionali timbri postali ma anche gli annulli, ossia quelli che spesso presentano un colore diverso rispetto a gli altri, che di fatto rendono l’affrancatura nulla per qualche motivo.
Sono molti i collezionisti che concepiscono un francobollo “usato” quindi timbrato come più interessante rispetto ad uno listellato quindi nuovo, proprio perchè non esiste un unico fattore che può influire in maniera definita per gestire il valore finale, ma proprio una particolare forma di esemplare, disposto di un timbro che ne associa l’utilizzo, può rendere tutto il background storico maggiormente interessante rispetto ad uno nuovo: diversi francobolli storici, come quello che abbiamo già trattato, da 3 lire del ducato di Toscana, risulta essere molto interessante sia perchè è raro ma anche e soprattutto perchè attraverso il proprio timbro, apposto dalle varie forme di agenzie postali, attestano che un determinato personaggio storico ne ha fatto uso.
Ma un timbro come può influire positivamente sul francobollo? Dipende sia dalla condizione del francobollo stesso, che è fondamentale, ma anche dalla “chiarezza” del timbro, che può essere generalmente di colore scuro (blu o nero) per testimoniare il passaggio e “l’attestazione” da parte dell’ufficio postale, ma anche un annullo, spesso di colori più sgargianti come il rosso o il fucsia.
Però esiste anche un altro tipo di francobollo, stavolta non posto dagli uffici Postali ma dal perito che si occupa della certificazione dal punto di vista filatelico, per l’appunto il francobollo peritale, che può sensibilmente accrescere il valore di un francobollo. Questo perchè arriva dopo una forma di analisi molto approfondita da parte di un esperto, qualcosa di simile ad una stima dal punto di vista storico, e delle condizioni che può accrescere fino a più del triplo del valore di un pezzo. Molti periti ed addetti ai lavori fanno ricorso a timbri molto diversificati per confermare la statura di un esemplare filatelico, ed anche dal punto di vista della possibilità di vendita, un collezionista tende a fidarsi molto di più di un esemplare timbrato dal perito rispetto ad un esemplare magari semplicemente timbrato dalle Poste.
Quindi, dipende molto dal tipo di francobollo ma anche dalla storia che c’è dietro: generalmente come detto è molto raro trovare un esemplare timbrato, o anche annullato, che però presenta una condizione particolarmente buona, in modo ancora più specifico quando si fa riferimento ad un esemplare che ha più di mezzo secolo.