Il dollaro statuitense è sicuramente la valuta più globalmente accettata e diffusa al mondo in termini “numerici”, e rappresenta una sorta di “appendice” dell’importante influenza della nazione a stelle e strisce, essendo qualcosa di naturalmente portato ad essere recepito come “durevole” e “potente” in ambito economico. Trattandosi di una valuta non così antica ma molto diffusa, anche in ambito collezionistico una singola banconota da 1 dollaro può valere cifre più che rilevanti.
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Il dollaro statunitense è stato concepito inizialmente sulla falsariga di quello spagnolo concepito come moneta ufficiale dell’impero coloniale spagnolo del tempo. Pochi anni dopo l’indipendenza degli Stati Uniti dal controllo della Corona Britannica, alcune città americane hanno concepito le prime emissioni sviluppate i vari stati, e dopo le prime emissioni monetarie, concepite nelle ultime battute del Settecento, sono state anche concepite le prime banconote. Tradizionalmente, in senso generale, la diffusione delle banconote ha iniziato ad essere costante proprio in quel periodo anche nel resto del mondo.
Tradizionalmente per moltissimo tempo la banconota da 1 dollaro è stata la più riconoscibile e lo è parecchio ancora oggi, con la celebre raffigurazione da ritratto di George Washington, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America.
Questa emissione è assolutamente comune, e fino a non troppe decadi fa risultava essere anche una delle più stampate dal poligrafico di stato americano: la prima serie risale al 1963, e circa il 30 % delle banconote da 1 dollaro risultano essere tra le più consumabili e per questo sostituite generalmente ogni 6-7 anni. Anche se negli ultimi anni i tagli minori delle banconote statunitense stanno venendo gradualmente sempre meno comuni, grazie anche al denaro elettronico, le banconote da 1 dollaro che differiscono molto poco dagli anni 60 ad oggi dal punto di vista estetico, alcuni esemplari sono decisamente più rari di altri, anche se molto dipende dalle condizioni di conservazione.
Un esemplare ben conservato degli anni 70 può valere fino a 20 volte il valore facciale, quindi tra i 18 ed i 20 euro, ma alcuni esemplari della primissima serie che presenta la lettera A ad inizio seriale, accompagnata dalle prime 5 cifre che devono essere tutte uno “0” risalenti all’inizio del 1963 possono anche valere fino a 5000 euro. La situazione diventa ancora più interessante se le prime 6 cifre dopo la prima lettera A sono sempre “0”, e se il pezzo risulta essere in eccellente stato può senza troppi problemi essere venduta anche per 10.000 euro.
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