L’idea del gioiello d’oro, interpretata quasi simbolicamente dai comuni oggetti estetici e cosmetici, è ancoora molto radicata, e spesso viene interpretata nel contesto generico della ricchezza e dello sfarzo comune, è oramai molto diffusa e comune, ma è un ultimo “step” di un processo che ha portato nel corso dei secoli il concetto di valore differenziarsi da quello puramente economico. Come si possono riconoscere i gioielli d’epoca di maggior valore?
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Strutturalmente i gioielli non sono nati con la scoperta dei metalli preziosi, in quanto l’idea di un oggetto con valenza estetica , identitaria e culturale è nata molto prima dell’idea stessa delle civiltà: i gioielli preistorici, realizzati in materiali naturali, come pietre, conchiglie ed altri oggetti a disposizione hanno costituito le primissime forme di manfattrura concettualmente slegati agli utensili, e con la scoperta dei primi metalli e con lo sviluppo arcaico della metallurgia, sono nati anche i primi gioielli “preziosi”. Con l’antichità sviluppare oggetti riconoscibili e pratitcamente utitlizzabili per “mantenere” una certa base economica: a lungo i gioielli sono stati poco più che oggettistiche varie che hanno un potere economico prima di tutto, e poi estetico, con il contenuto di metalli preziosi che resta l’unico reale fattore, almeno considerando il contesto antico, che è abbastanza diverso da quello moderno, dove il gioiello è percepito come qualcosa di “estetico”.
La condizione è ambiata gradualmente intorno all’Ottocento, anche se fin da epoche precedenti il concetto di estetica e capacità manufatturiera spesso sono risultati più importanti del “mero” pur rilevante contenuto in metalli e pietre preziose, con lo sviluppo dei vari stili artistici applicati al contesto gioielliero, ed anche il ruolo del gioielliere come evidente, è cambiato parecchio, oggi per effettuare una stima di un oggetto non viene più considerato esclusivamente utile controllare il costo dei metalli impiegati. Come riconoscere un gioiello antico di valore? Esistono alcuni parametri e fattori “basilari” che possono sicuramente aiutare.
In primo luogo la purezza dei metalli (spesso riportata in caratura o percentuali, nel caso di oro, argento e platino), resta comunque importante. Maggiori sono rari gli elementi utilizzati, più alto sarà il valore.
Il tipo di manifattura, e l’utilizzo delle abilità pratiche per realizzare un gioiello, dalla struttura basilare fino alle finiture, spesso risulta essere importante quanto, se non di più del corrispettivo valore economico.
Anche la presenza di gemme e pietre preziose può contribuire a rendere un pezzo unico o comunque mediamente di maggior valore. Conta anche l’impatto estetico nell’insieme.
Importante valutare il brand di appartenenza o la casa che ha prodotto il singolo pezzo: come per qualsiasi altro oggetto di valore, questo fattore aumenta con esemplari considerati parte di collezioni speeicfiche, ma anche marchi molto riconoscibili, come Tiffany ad esempio, che possono conferire un valore molto elevato anche a fronte di un oggetto magari non molto grande e strutturalmente ricco di valore economico.
In quest’ultimo caso viene considerata l’esclusività se non addirittura l’unicità per valutare dal punto di vista collezionistico, un singolo pezzo.
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