Se i pagamenti elettronici sono una realtà fin da prima della diffusione di internet “moderno”, le truffe di economiche hanno avuto da sempre una grande diffusione, fin dagli anni 90, con i tantissimi metodi che nel corso del tempo si sono incentrati su una generale tipologia di strategie atte a “svuotare” conti corrente di ogni forma, a partire dai colossi economici fino al singolo risparmiatore. Un addebito “sospetto” può effettivamente significare che il corso c’è una truffa bella e buona, importante intervenire subito se sul conto corrente è presente una dicitura “particolare”.
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Come è noto il conto corrente identifica in maniera generale una qualsiasi forma di strumento economico che permette di utilizzare varie tipologie di strumenti finanziari, dall’accumulo tradizionale di denaro, fino all’utilizzo delle carte di pagamento, alla possibilità di effettuare e ricevere bonifici così come assegni, ricariche e quant’altro. Grazie all’home banking è molto più semplice rispetto al passato corrispondere ad una serie di controlli ad esempio attraverso l’app ufficiale della nostra banca che tra le altre cose, garantisce la possibilità di vedere in tempo reale gli addebiti sotto forma di lista movimenti.
In molti casi chi è disposto all’utilizzo frequente di una carta di pagamento prepagata, spesso associata ad un conto corrente può identificare alcuni addebiti come “strani” e quindi magari può chiedersi di cosa si tratti: in questo caso bisogna immediatamente identificare una generale operazione nello specifico in quanto accanto ad ogni movimento è presente in tutti i casi la descrizione anche “abbreviata” oltre ad un numero di operazione definito, così da permettere di risalire non solo all’origine dell’addebito (ma questa può essere anche un prelievo di contante, in questo caso viene identificato lo sportello e l’orario della banca al momento del prelievo) ma può costituire anche ad esempio un addebito che non è stato “concesso” dalla nostra persona.
In questi casi bisogna immediatamente contattare la banca quanto prima, quasi tutte permettono di fare richiesta di un’operazione che si chiama disconoscimento, che spesso segue la procedura di blocco della carta o del conto, operazione da effettuare soprattutto se l’ammanco è di natura e considerevole o ripetuta. Questa dinamica può presentarsi in modo specifico se abbiamo fatto ricorso della nostra tessera per identificare un particolare acquisto online oppure se abbiamo prestato la nostra tessera qualcuno. Con il disconoscimento di fatto si fa una richiesta di controllo da parte della banca, che identificherà il problema e se sono riconosciuti i fattori che hanno l’aspetto di una truffa, procederà con l’attivazione del rimborso e con la segnalazione attraverso la polizia postale.
In ogni caso è importante cautelarsi, attivando sempre le notifiche delle operazioni bancarie sul nostro smartphone così da poter essere a conoscenza in tempo reale di ciò che accade, oltre ad acquisire l’abitudine di controllare spesso la nostra lista movimenti, utilizzando frequentemente l’app bancaria che in tutti i casi è predisposta a questa funzione.