Stai attento, ecco cosa succederà alle crypto dopo il regolamento europeo

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Il contesto “crypto” , ossia inerente all’intero, diversificato e divisivo mondo delle criptovalute è stato da sempre visto con “sospetto” da parte degli organi costituiti, in quanto costituisce una serie di risorse digitali di tipo finanziarie che contraddistinguono sempre di più anche la finanza tradizionale da oramai quasi vent’anni. Il nuovo regolamento europeo ha influenzato già in parte il mondo crypto che è in evoluzione. Ma cosa cambierà per gli investitori il nuovo regolamento crypto di tipo europeo?

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Il mondo delle criptovalute è nato sostanzialmente con Bitcoin, considerata la prima criptomoneta (da cryptocurrency) che viene interpretata come una risorsa digitale dal funzionamento che fa ricorso a sistemi di crittografia e quindi sostanzialmente su base anonima, che generano alcune valute vere e proprie attraverso vari strumenti. Si tratta più di risorse da scambiare attraverso il trading online piuttosto che monete vere e proprie, questo è evidente anche in maniera specifica e particolare da come ogni singola entità di stato ha iniziato a sviluppare varie metodologie per regolarizzare le criptovalute in senso generale, essendo risorse che non operano su “binari” facili da gestire e controllare.

Di recente sono state comunicate le prime linee guida relative al MiCA Markets-in-Crypto-Assets Regulation che nei prossimi mesi sarà effettivamente applicato in 27 Stati membri dell’Unione Europea, una forma di regolamentazione che serve ai singoli stati per operare e gestire le varie forme di funzionamento delle strutture legate al mondo crypto.

Si tratta di una serie di regolamentazioni e veri e propri requisiti che ogni nazione dovrà rispettare per garantire l’accesso e l’utilizzo effettivo ai servizi digitali che riguardano il contesto delle criptovalutee in senso effettivo: le nazioni hanno a disposizione fino all’inizio del 2025 per modificare le proprie legislature.

Cosa cambierà per gli effettivi investitori? Sarà evidente la tipologia di obbligatorietà degli operatori del settore di registrarsi presso le autorità competenti, ma che non porterà cambiamenti effettivi per tutte le criptovalute: si tratta di una serie di politiche maggiormente trasparenti che dovranno portare una maggior forma di controllo di un contesto di risorse che è ancora molto “nebulosa”.

A partire dai prossimi anni qualsiasi forma di criptovlauta, in particolare le Stablecoin, dovranno essere maggiormente regolarizzate e presentare dinamiche traspraenti, oltre che operare su contesti denominati come “trasparenti” da parte dell’Unione Europea che come altre realtà, è stata “forzata” a regolarizzare il concetto di crypto.

Bitcoin è stata la prima criptovaluta in senso assoluto, che ha dato via a tutto il contesto conosciuto oggi

Non saranno soggetti a cambiamento gli NFT, quindi i token non fungibili, che ancora oggi non sono propriamente delle risorse quanto più “oggetti” digitali dal valore non defintio, anche se sono comunque risorse correlate ai contesti delle criptovalute, che resteranno comunque con tutta probabilità qualcosa di molto diverso dalle risorse tradizionali di tipo economico.

Difficile definire oggi gli effetti sul mondo crypto di questo regolamento, che sarà improntato senza dubbio a cambiarne la struttura in modo evidente e chiaro, in modo specifico perchè si tratta di una forma di cambiamento che limiterà le possibilità oggettive delle critpovalute, ma quasi certamente porterà queste risorse almeno in teoria, ad essere considerate più “agibili” e sicure.

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