Stai molto attento a questi limiti per i pagamenti in contanti che nessuno conosce: puoi passare dei guai seri

limiti per i pagamenti in contanti

I contanti rapprersentano ancora oggi oltre la metà delle metodologie di spesa nel nostro paese, che comprendendo la sezione occidentale dell’Europa è tra le nazioni che con un po’ più di “resistenza” sviluppa la transazione verso la moneta elettronica, considerata più sicura. In questo contesto i limiti per i pagamenti in contanti hanno tenuto “banco” nelle ultime annate. Ma quali sono quelli attuali?

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E’ divenuto un caso quasi politico quello dei metodi di pagamento, o meglio dei limiti ai contanti, che sono naturalmente considerabili una delle forme di metodologie per “nascondere” le transazioni ad esempio per evitare di pagare le imposte o semplicemente per celare l’esistenza stessa del tutto. Si tratta di un contesto molto dibattutto, divenuto un argomento condivisibile sotto ogni punto di vista, se da una parte, in linea generica sono attualmente le forze al governo che anche durante la campagna elettorale hanno manifestato l’intenzione di aumentare nuovamente i limiti dei pagamenti in contanti, rendendo quindi meno “stringente” utilizzare monete e banconote anche per transazioni sostenibilmente elevate.

Un limite ai contanti però appare necessario soprattutto per evitare il riciclaggio di denaro sporco e per tracciare le transazioni: è stato nel corso del 2022 dibattutto molto il nuovo limite, che è stato poi portato da 2000 euro della precedente legislatura fino agli attuali 5000 euro, che costituiscono quindi i limiti correnti.

Questo significa che qualsiasi forma di pagamento inerente ad un prodotto o un servizio può essere effettuato entro l’importo finale di 5000 euro. Per importi superiori è necessario sviluppare una qualsiasi forma di pagamento tracciabile, un bonifico, un bancomat o una transazione che può essere comune verificata elettronicamente tramite tracciatura.

Va anche ricordato che una stessa transazione di importo superiore a 5000 euro non può essere rateizzata per essere considerata “lecita” se si tratta di un’unica forma di passaggio di denaro, quindi se sono concepiti due pagamenti in contanti paralleli da 3000 e 2500 euro, ma che arrivano dalla stessa entità, costituisce un’azione illecita.

Le transazioni con il contante sono limitate da molti anni anche se le limitazioni cambiano a seconda dell’esecutivo in corso. Quali sono le regolamentazioni attuali e cosa si rischia se si superano questi limiti?

Le regolamentazioni sono improntate attraverso la legge di stabilità del 2016 che di fatto ha reso obbligatorio questa forma di limite, soprattutto visti i casi di evasione fiscale inerenti alle transazioni di media entità. La medesima regolamentazione di fatto espone anche diverse forme di multe, corrispondenti a diverse percentuali.

Le sanzioni si applicano in modo graduale a seconda dell’importo effettuato e non viene punito solo chi effettua la transazione “eccedente” nei limiti in contanti ma anche per chi non evidenzia le violazioni: a partire da un minimo 1000 euro per le violazioni, passando per importi da 5000 euro in su per le transazioni in contante dopo i 250 mila euro oltre a multe che vanno da 3000 a 15.000 euro per chi non comunica la violazione della transazione effettuata in modo illecito.

Importi ancora più alti fanno inevitabilmente “scattare” problematiche maggiori, come il controllo del proprio conto e l’eventuale congelamento dei beni, se vengono rinvenute problematiche dirette legate all’evasione fiscale.

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