Trova dei buoni fruttiferi postali del 1941 e scopre che valgono quanto 2 macchine nuove

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Trovare un “piccolo grande” tesoro in termini economici e collezionisti è un po’ il sogno o quantomeno l’aspettativa di molti. Questo può essere radicato nell’immaginario collettivo tra i racconti di ritrovamenti di parenti anche lontani che possono averci consapevolmente o meno lasciato degli oggetti di uso comune come le monete ma anche buoni fruttiferi postali, come avvenuto di recente ad un uomo che tramite un “ritrovamento” ha trovato due buoni fruttiferi postali del 1941 che hanno permesso di guadagnare un ingente valore.

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Il buono fruttifero infatti è decisamente antico, trattandosi di una delle prime tipologie di elementi finanziari da investimento messi a disposizione dallo stato, in quella che da oramai molti anni è la Cassa depositi e prestiti, la medesima entità che si occupa anche dei libretti postali. I buoni fruttiferi sono, come dice il nome stesso, dei titoli di stato ottenibili attraverso vari tagli di denaro per poi fruttare degli interessi nel corso del tempo, una forma di investimento che è nata nella seconda metà dell’Ottocento.

In particolare questo residente originario di Vibo Valentia ma che risiede oramai a Firenze da molti anni, dopo essere ritornato nella casa di famiglia ha trovato quasi per caso questi due titoli di stato da 100 lire, emessi nel 1941, che nel corso del tempo hanno poi generato una quantità di interessi considerevole, per una somma vicina, potenzialmente parlando ai 40 mila euro. Il tutto però è ancora in corso, in quanto dopo aver avviato una pratica per comprenderne la validità e riscuotere eventualmente il valore, è intervenuto direttamente in Ministro dell’Economia che ha fondamentalmente “spento” i sogni di un facile guadagno, in quanto secondo le regolamentazioni moderne, i titoli di stato cessano di avere un valore potenziale dopo 30 anni. Però consultando alcune associazioni private che hanno riacceso le speranze di un guadagno considerevole, perchè il termine di prescrizione secondo le leggi odierne scatta con la perdita valore non può essere attaccato per altri 10 anni dal momento in cui sono stati ritrovati, quindi attualmente l’uomo che oramai risiede a Firenze da parecchi anni, ha già riavviato la pratica per dimostrare che i buoni sono stati in realtà ritrovati lo scorso agosto. Non è la prima volta che un bene di questo tipo viene messo in discussione da parte dello Stato che quasi sempre inquadra i vecchi titoli di stato come prescritti, come avviene per quelli moderni che cessano di avere una effettiva utilità dopo un certo periodo di tempo.

Una raffigurazione di un vecchio buono postale, in questo caso da Mille lire. Il buono fruttifero postale ha costituito la più semplice e spesso la più conveniente metodologia di sviluppare un guadagno progressivo dal proprio investimento in virtù di un rischio piuttosto ridotto

La storia è simile ad un altro ritrovamento da parte di una signora residentre a San Zeno che a trovato in modo simil due buoni dello stesso periodo, in questo caso è stata ufficializzata l’attestazione autentica legata al ritrovamento quindi il tutto ha portato alla signora un quantitativo di denaro ancora più elevato, superiore ai 100 mila euro.

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