Le monete fanno parte del “tessuto culturale” come poche altre cose, ed indiscutibilmente in Italia restano le vecchie lire le emissioni dalla capacità nostalgica più marcata in senso assoluto. Vecchi ritrovamenti anche non così tempisticamente antichi possono far guadagnare cifre decisamente importante ed inaspettate, come è accaduto ad un uomo che pochi mesi fa ha trovato in un vecchio solaio delle vecchie monete.
No feed items found.
Vendendole singolarmente, dopo averle fatte opportunamente valutare, sono arrivati guadagni assolutamente rilevanti, anche perchè quasi tutte le monete erano nella maggior parte dei casi, in eccellente stato di conservazione, come testimoniato dalle valutazioni. Si trattavano di molte vecchie lire, appartenenti con tutta probabilità a parenti, e conservate a mo di cimelio: la lira italiana ha avuto una forma di “vita” piuttosto lunga, portata avanti dall’inizio dell’Ottocento, una storia che si è conclusa pochi anni dopo l’inizio del 21° secolo. Se molte emissioni del Novecento sono ancora oggi estremamente riscontrabili, come quelle “post” seconda guerra mondiale, quelle ritrovate nel sacchetto in questione sono ancora più antiche e potenzialmente decisamente più rare.
Fino alla fine dell’Ottocento le monete italiane più comuni erano corrispondenti ai centesimi di lira, valuta che ha una forma simbolica spesso definita in vari tagli monetari, come ad esempio le monete da 10, 20 e 50 centesimi di lira, che quasi tutte recano il volto del re di turno, essendo stato il nostro paese un governo monarchico, con il re come sovrano formale della nazione.
Esemplari di monete come i 50 centesimi “Stemma”, in quanto presentano lo stemma di casa Savoia, coniate nella prima versione dal 1861 fino al 1863. Da una parte è presente il volto di Vittorio Emanuele II, dall’altra il simbolo della casa dei Savoia dove è anche evidente il Collare dell’Annunziata e due rami d’alloro, queste monete presentano delle lettere che indicano la provenienza, ossia la città, dove B e una T indicano Torino, la N Napoli, un vomere di aratro stilizzato con una F indica Firenze e M e BN stanno a significare Milano.
Il valore per un esemplare in eccellente stato è orientativamente piazzato tra i 100 euro (buono stato) fino ad oltre 4000 euro per un esemplare coniato a Napoli nel 1863, poco meno per uno del 1863 di Torino, tutti gli altri sono valutabili tra i 150 ed i 6000 euro di media, eccezion fatta per un pezzo coniato a Torino in pochi esemplari nel 1861, che sono i più rari: un esemplare vale da 10 mila euro fino ad oltre 80 mila euro se in condizioni Fior di Conio.
Altra moneta ritrovata, dal valore sicuramente minore ma comunque a dir poco rilevante è la moneta da 1 lira in argento coniata dal 1883 al 1900, con il volto di profilo di re Umberto I. Queste monete sono sensibilmente meno rare rispetto a quella menzionata in alto ma possono comunque far guadagnare cifre tra i 15 euro (buono stato) fino ad oltre 400 euro se il pezzo è in stato eccellente di conservazione.
Anche questa tipologia di emissione ha i propri esemplari rari, che sono nella maggior parte dei casi anche quelli che possono far guadagnare cifre più sostanziose, come l’esemplare da 1 Lira Umberto I coniata nel1892 che vale orientativamente tra i 600 euro (buono stato) fino a 9500 euro (Fior di Conio), mentre è praticamente introvabile un esemplare del 1883, coniato in pochissimi pezzi: difficilissimo trovarne anche solo uno in buono stato, in questo caso il valore supera i 10 mila euro come prezzo medio di vendita.