Quando si legge o si sente il termine “500 lire” possono venire in mente le emissioni metalliche che hanno accompagnato la quasi totalità della generazione precedente o attuale nel corso del 20° secolo, ma non molti ricordano o sanno che sono esistiti dei tagli da 500 lire di carta, che hanno contraddistinto la storia della monetazione italiana fin dagli albori dell’Unificazione Italiana.
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La 500 lire più famosa oggi è quella sotto forma di moneta, che corrisponde alla variante “bimetallica” ossia quella concepita nel 1982 e coniata fino al 2001, che è stata anche una delle primissime monete al mondo ad essere concepite con due leghe metalliche distinte, oltre ad essere stata la prima che presenta il valore anche in alfabeto braille. Un’altra 500 lire “famosa” è la Caravelle, d’argento, coniata dagli anni 50 in poi, divenuta nota anche a causa della rarissima versione “Caravelle sbagliate”.
Ma fin dall’Ottocento l’Italia ha concepito dei biglietti di banca, una forma di emissione antesignana dellee banconote moderne come vengono concepite oggi. Queste prime “banconote” da 500 lire corrispondevano a biglietti non filigranati ma qualcosa a più simili a documenti o attestati che recavano dei simboli specifici, il tutto disposto su un’unica faccia, concepiti nella seconda metà dell’Ottocento, oggi sono dei veri e propri cimeli storici, e sono praticamente “pezzi da Museo”. Un esemplare del decennio 1870 vale da circa 1500 fino a 5000 euro, circa la metà per gli esemplari concepiti nel corso delle ultime decadi del 19° secolo.
Importanti anche le 500 Lire di Carta del Banco di Napoli, riconoscibili dal busto di Leonardo Da Vinci, che se in buono stato valgono almeno 1000 euro ma in ottime condizioni possono superare una valutazione di circa 5000 euro, per un esemplare di inizio 900.
Una delle banconote più diffuse ma anche più “valevoli” dal punto di vista economico sono senza dubbio le 500 lire di carta conosciute come Grande C, sviluppate dalla fine dell’Ottocente e, con alcune modifiche stampate fino al 1950, anche se furono dichiarate fuori corso nel 1953. Un esemplare del 1950 tenuto perfettamente oggi è molto raro e può valere anche oltre 5000 euro.
Rara è anche l’Italia Ornata di Spighe, ossia una delle primissime emissioni cartacee emesse dalla neonata repubblica italiana, che fa riferimento proprio alla figura allegorica della donna, ritratta in stile classico su questa banconota. Questo modello èstato stampato per un numero ridotto di anni ma in quantità discrete, quindi in condizioni molto buone un “pezzo” può valere diverse centinaio di euro, fino ad oltre 600.
Le successive, stampate tra gli anni 60 e 70 del 20° secolo sono di minori dimensioni e quindi anche di valore: la Aretusa, stampata durante gli anni 60 vale da 5 fino a 50 euro, la Mercurio, la 4° ed ultima tipologia di 500 lire di carta “Moderna” solitamente vale pochi euro in senso assoluto anche se ben tenuta.